Assofermet ha appreso «con forte preoccupazione» la notizia dell'apertura di un'ulteriore indagine antidumping sulle importazioni nell'Ue di piani laminati a freddo in acciaio inox provenienti da India e Indonesia. L'associazione dei distributori italiani di acciaio e metalli ferrosi e non ferrosi in un comunicato stampa ha affermato che in Europa si sta delineando un «nuovo scenario altamente concentrato a livello di produzione». Dopo l'istituzione di un dazio antidumping definitivo sui coils in acciaio inox laminati a caldo originari dell'Indonesia, della Cina e di Taiwan, e le quote di salvaguardia attualmente in vigore, «con quest'ultima indagine l'Ue, di fatto, si sottrae alla quasi totalità della concorrenza estera» continua Assofermet. «Il mercato europeo si troverà del tutto isolato dalla competizione globale, creando un'isola protetta in cui i produttori locali potranno beneficiare di enormi rendite di posizione a scapito dei consumatori finali».
Assofermet avverte che, nel caso in cui anche quest'ultima indagine portasse a dei dazi, il comparto distributivo e tanti comparti manifatturieri a valle vedrebbero minata la propria competitività sui mercati internazionali. «Ulteriori provvedimenti di chiusura innescherebbero, infatti, un ingiustificato incremento dei prezzi sul mercato UE ed i comparti del manifatturiero, già duramente colpiti dalla pandemia Covid-19, rischierebbero di approvvigionarsi a costi non competitivi rispetto ai concorrenti esteri» si legge nel comunicato. Nuovi dazi, inoltre, andrebbero a «colpire rapporti commerciali con partner di lunga data, soprattutto indiani», che «sono oramai necessari alla filiera produttiva per qualità e gamma».
Secondo l'associazione, inoltre, le istituzioni comunitarie dovrebbero porre rimedio alla «competizione sleale» dei produttori che operano come fornitori sia della distribuzione sia degli utilizzatori finali.
In conclusione, Assofermet ha assicurato i distributori italiani che si farà carico di portare le loro preoccupazioni all'evidenza dei vertici della Commissione UE.
Stefano Gennari