Da una parte soddisfazione, dall'altra la certezza che si dovrà ancora lavorare per fare di meglio. Questa l'opinione espressa dal direttore di Federacciai, l'Ing. Flavio Bregant - intervistato da SteelOrbis a margine dell'assemblea annuale della Federazione dei siderurgici italiani - riguardo alle modifiche alla salvaguardia UE che sono entrate in vigore lo scorso 1° ottobre.
«La salvaguardia - ha ricordato l'Ing. Bregant - è uno strumento di difesa che la Commissione europea ha utilizzato per difendersi dai flussi derivanti dalla Section 232 statunitense. Il primo periodo era stata costruita abbastanza male, dando modo ad alcuni paesi di "giocare" all'interno delle regole e avere comportamenti predatori, come nel caso della Turchia».
«La recente revisione ha aggiustato un po' le cose - ha continuato il direttore di Federacciai -. Giudichiamo positivo ad esempio il fatto di aver ridotto il tasso di relaxation delle quote dal 5% al 3%. Si sarebbe potuto fare di più, ma si è cercato di raggiungere un compromesso generale. Ad oggi è difficile dire quale categoria di prodotti ha sofferto di più o di meno. Il mercato ovviamente è abbastanza variabile. Il tema vero - ha sottolineato Bregant - è che c'è una grandissima eccedenza di capacità produttiva in giro per il mondo. La Cina da sola ha 300 milioni di tonnellate di capacità inutilizzata. Se si conta che il consumo europeo complessivo è di 150 milioni si capisce che questa capacità produttiva può distruggere i flussi. Noi oggi stiamo soffrendo di questa eccedenza che arrivo sui mercati». Il direttore di Federacciai ha infine riconosciuto che oltre ad intervenire sull'offerta sia necessario stimolare la domanda attraverso opere infrastrutturali generali e locali, che è stato anche l'auspicio del Presidente di Federacciai Alessandro Banzato nel corso della sua relazione durante l'assemblea annuale della federazione.
Stefano Gennari