Nel 2017/18 i prezzi dell'acciaio sono aumentati di oltre il 50% in seguito al calo dell’export cinese e all’aumento della domanda di acciaio al fuori della Cina. Infatti, mentre le esportazioni cinesi si sono ridotte di 40 milioni di tonnellate, la domanda è cresciuta di 50 milioni. A sottolinearlo è stato Philip Englin, amministratore delegato di World Steel Dynamics (WSD), durante la conferenza annuale organizzata da American Metal Market (AMM) insieme a WSD.
Nel 2019, tuttavia, è stato registrato un calo dei prezzi del 10% su base annua a causa di una lieve crescita delle esportazioni cinesi unita a una leggera diminuzione della domanda estera. Englin ha affermato che le vendite cinesi ai clienti esteri hanno di gran lunga un’influenza maggiore sui prezzi globali dell’acciaio rispetto alla domanda non cinese, e che la stabilità in Cina è uno dei fattori chiave che sostengono i prezzi.
Durante il suo discorso, il CEO di WSD ha fatto riferimento ad un recente sondaggio pubblicato da UBS riguardo ai piani di investimento per i prossimi due anni di circa 300 produttori con stabilimenti in Cina. Oltre il 15% degli intervistati sta valutando la possibilità di spostare l'attenzione dei propri investimenti produttivi lontano dalla Cina o di trasferire gli impianti esistenti al di fuori del paese.
Secondo Englin il rallentamento economico in Cina – dovuto principalmente alla guerra commerciale con gli Stati Uniti – ha un forte impatto a livello globale. Il CEO di WSD ritiene che, nel caso in cui i due paesi dovessero trovare un accordo commerciale, si "scatenerebbe" la domanda accumulatasi nell'ultimo periodo.