Barış Çiftçi: possibile un indebolimento della domanda globale di acciaio nel lungo periodo

martedì, 01 dicembre 2020 17:16:55 (GMT+3)   |   Istanbul
       

«La debolezza emersa nella produzione di acciaio a partire dal 2019 è stata causata dal rallentamento dell'attività manifatturiera globale» ha affermato Barış Çiftçi, responsabile delle iniziative strategiche e della valutazione dei mercati delle materie prime presso la World Steel Association (worldsteel), durante la 15ª conferenza annuale "New Horizons in Global Steel Markets" di SteelOrbis. Çiftçi ha aggiunto che tale rallentamento è stato trainato da un calo mondiale delle vendite di automobili e dalle recessioni economiche in alcuni paesi in via di sviluppo (come Brasile e Turchia), che hanno influenzato negativamente la domanda e la produzione di acciaio. «Nel 2020, sia i paesi in via di sviluppo sia i principali paesi utilizzatori di acciaio si aspettavano una lieve ripresa nella produzione globale e nelle vendite automobilistiche e nei primi mesi del 2020 si erano mossi in linea con queste aspettative, fino a quando non si è verificata la pandemia» ha spiegato l'analista di worldsteel.

Çiftçi ha affermato che nei primi nove mesi del 2020 la produzione globale degli altiforni, Cina esclusa, è diminuita del 13% su base annua. Nello specifico, il dato è sceso del 20% nell’UE, negli USA e in Giappone, del 14% in India e del 6% in Corea del Sud, mentre è cresciuto del 2% nella regione CIS. In Cina è aumentato invece del 4,9% nei primi dieci mesi dell'anno. Globalmente la domanda di acciaio prevista per il 2021, Cina esclusa, ammonta a 815 milioni di tonnellate, ossia 45 milioni di tonnellate in meno rispetto al 2019. Çiftçi prevede che nell’UE la domanda di acciaio nel 2021 crescerà del 10-11% su base annua. Nonostante tale incremento, la stima riflette una perdita di 10 milioni di tonnellate rispetto al 2019 e questa tendenza non riguarda solo il 2020-21, ma anche il lungo periodo dal momento che non si esclude un'ulteriore diminuzione della domanda di acciaio.

Negli ultimi anni, la differenza di prezzo tra il rottame e il minerale di ferro è rimasta contenuta e la situazione non è cambiata nemmeno durante la pandemia. Nel frattempo, la Cina ha incrementato la sua domanda di minerale di ferro e metalli, trainando la domanda globale di questi prodotti e portando i prezzi del minerale di ferro ad aumentare. Al contrario, le misure restrittive dell'importazione di rottami nel paese asiatico hanno limitato l'aumento dei prezzi della materia prima da forno elettrico. All'inizio della pandemia, la domanda e l'offerta di rottame hanno subito un forte impatto, tuttavia successivamente la domanda è stata sostenuta dalla ripresa in Turchia e dal settore edilizio (settore che ha mostrato una miglior tenuta rispetto ad altri). 

Worldsteel prevede che l'offerta globale di minerale ferroso aumenterà di 130 milioni di tonnellate entro il 2025 rispetto al 2019. Tuttavia, potrebbero registrarsi delle difficoltà nella fornitura della materia prima, come possibili ritardi nel riavvio delle operazioni, interruzioni causate dalla pandemia in Brasile e problemi legati alla qualità del materiale in Australia. La Cina, nonostante possieda riserve di minerale di ferro, sembra fortemente interessata a sviluppare dei progetti minerari in Africa, dove il materiale è di qualità superiore. Più complicata è la situazione per il coking coal, per il quale si prevede un aumento di produzione dal 2019 al 2025, ma di soli 10 milioni di tonnellate, un quantitativo che non basterà ad alleviare i problemi delle interruzioni meteorologiche e operative in Australia (fonte principale della materia prima). Si prevede un incremento della domanda di coking coal indiano, tuttavia la ridotta crescita dell'offerta è fonte di preoccupazione. Secondo Çiftçi  gli investimenti nel carbone stanno diventando sempre più difficili da supportare finanziariamente. Inoltre, forti oscillazioni di prezzo e un incremento delle tensioni commerciali potrebbero rallentare lo sviluppo di progetti. 

Çiftçi ha parlato infine del divieto sulle importazioni di rottame entrato in vigore in Cina nel 2019, che ha ridotto drasticamente le importazioni dai 2,3 milioni di tonnellate del 2017 a meno di 200.000 tonnellate nel 2019 e a livelli ancora più bassi nel 2020. Nel 2021, ha concluso, le importazioni di rottame potrebbero riprendere in Cina tenuto conto dei tempi richiesti per l'approvazione da parte delle autorità cinesi dei nuovi standard relativi ai materiali da riciclo.