Non si arresta la discesa dei prezzi dei coils laminati a caldo (HRC) sul mercato italiano. Ad oggi le quotazioni base si attestano a 400-410 €/t franco produttore, contro la media di 410 €/t registrata sette giorni fa. La domanda resta debole e i centri servizi stanno mantenendo le scorte su bassi livelli, in parte anche a causa dell'approssimarsi della fine dell'anno. Secondo diverse fonti, tuttavia, la discesa dei prezzi potrebbe non durare ancora a lungo. «Il prezzo del minerale è diminuito nelle ultime settimane, ma quello del rottame si è stabilizzato», ha commentato un operatore. Resta da capire tuttavia in quale misura inciderà sulle quotazioni della materia prima da forno elettrico la decisione di Acciaieria Arvedi di ridurre del 70% la produzione presso l'impianto di Cremona nei mesi di novembre e dicembre di quest'anno.
Sul versante dell'import, di recente le offerte per l'Italia si sono attestate al di sotto dei 400 €/t CFR. L'interesse da parte dei compratori è rimasto tuttavia limitato sia perché i prezzi interni potrebbero scendere ulteriormente sia perché i produttori nazionali sono in grado di offrire tempi di consegna molto più brevi.
Guardando al Nord Europa, i prezzi degli HRC sono scesi nell'ultima settimana da 425-435 a 420-430 €/t f.p. La differenza tra i prezzi italiani e quelli nordeuropei si è ridotta passando dai 50 €/t di inizio anno agli attuali 20 €/t.
La maggior parte degli operatori intervistati da SteelOrbis ritiene che le quotazioni a livello europeo non mostreranno alcuna ripresa prima dell'inizio del prossimo anno. Nel primo trimestre 2020 la situazione potrebbe migliorare grazie principalmente a un incremento della domanda apparente che ad oggi risulta estremamente bassa.
Stefano Gennari