Coils a caldo, prezzi ancora in rialzo nel mercato UE

venerdì, 15 gennaio 2021 15:38:43 (GMT+3)   |   Brescia
       

Nel mercato europeo dei coils laminati a caldo (HRC) proseguono gli aumenti di prezzo dovuti alla forte carenza d'offerta. Questa situazione secondo le fonti interpellate continuerà nelle prossime settimane se non addirittura per mesi, a meno che la produzione non aumenti in modo significativo. Come già riportato da SteelOrbis, lo scorso 8 gennaio ArcelorMittal ha alzato di 30 $/t le sue offerte relative agli HRC, portandole a quota 730 €/t per l'intero mercato europeo. Altre acciaierie hanno quindi iniziato ad offrire lo stesso materiale a prezzi simili o leggermente inferiori. Per esempio, fonti hanno riferito che il produttore italiano Arvedi sta offrendo materiale a prezzi tra i 700 e i 730 €/t a seconda dei volumi e del tipo di distinta. 

Il tradizionale gap tra i prezzi in Nord Europa e i prezzi in Italia aveva già iniziato ad assottigliarsi alla fine del 2020, ma ora è praticamente scomparso. Le ultime transazioni a livello europeo sono state chiuse a 690-700 €/t f.p. questa settimana, facendo registrare un incremento di circa 25 €/t rispetto a inizio gennaio e un rialzo di ben 100 €/t rispetto a un mese fa.

Come accennato, le offerte da paesi terzi restano sia limitate sia elevate a causa della salvaguardia UE e dei dazi antidumping in vigore. Secondo quanto riferito da un trader, questa settimana un produttore turco ha offerto HRC al prezzo di 800 $/t FOB con spedizione a marzo. Nel frattempo, il produttore russo Severstal ha venduto circa 50.000 tonnellate di materiale nel Nord Europa a 780-790 $/t FOB. Intanto, diverse fonti hanno riferito della chiusura di una vendita di HRC cinesi a una società europea a un livello di prezzo estremamente basso, ossia 680-690 $/t FOB. Lo scambio è stato possibile senza il rischio di dazi dal momento che il materiale è stato acquistato per essere rivenduto al di fuori dell'UE. Tuttavia, la comparsa di offerte altamente competitive dalla Cina ha già sollevato forti preoccupazioni nel mercato turco e, secondo alcune fonti, potrebbe influenzare negativamente anche il mercato dell'UE in futuro qualora la differenza tra prezzi locali e prezzi import dovesse ridursi eccessivamente.

Stefano Gennari


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