Nel mercato europeo dei coils laminati a caldo (HRC) si è registrato un peggioramento del sentiment di recente, con un rallentamento degli acquisti in vista di possibili cali di prezzo. Ciononostante, rispetto a una settimana fa le quotazioni base sono cresciute leggermente (+5 €/t in media), raggiungendo il livello di 700-720 €/t franco produttore. Il calo delle attività è stato determinato dalle recenti diminuzioni dei prezzi delle materie prime e dell'acciaio a livello globale. In particolare, i prezzi del rottame sono scesi a quota 407-420 $/t CFR Turchia, mentre le offerte relative agli HRC provenienti dalla Cina hanno fatto registrare un calo di circa 65 $/t dagli inizi di gennaio. Tuttavia, l'offerta resta compressa nel mercato dell'UE, pertanto i prezzi locali degli HRC potrebbero stabilizzarsi o al più subire lievi riduzioni nel medio termine secondo la maggior parte delle fonti intervistate. I produttori europei godono ancora di un ottimo portafoglio ordini e alcuni di essi sono quasi "sold out" per il secondo trimestre (specialmente nel Nord Europa).
Nel frattempo, le offerte da paesi terzi sono rimaste elevate rispetto ai prezzi locali. Tuttavia, di recente sono stati ordinati piccoli volumi dall'India a 680-700 €/t CFR Sud Europa. Le offerte dalla Turchia sono rimaste ufficialmente 800 $/t FOB (660 €/t FOB o 680-690 €/t CFR a seconda dei volumi), dazi antidumping inclusi, tuttavia i produttori turchi sono disposti a concedere sconti di 20-30 $/t in fase di trattativa. Lo stesso vale per le offerte dall'Egitto, che si attestano a circa 700 €/t FOB. Infine, sta circolando il rumor riguardante una vendita di HRC dal Vietnam nell'UE al prezzo di 680 €/t CFR.
Le attività di importazione potrebbero crescere nei prossimi mesi tenuto conto che a fine giugno scadrà la salvaguardia UE sull'acciaio. Ciononostante, come già riportato da SteelOrbis, 12 stati membri tra cui Germania, Italia e Francia hanno chiesto alla Commissione europea di estendere le misure attalmente in vigore: la domanda di acciaio, avvertono, non ha ancora mostrato una significativa ripresa a causa degli effetti della pandemia di Covid-19, mentre «le scorte nei paesi esportatori sono andate aumentando» e rappresentano una minaccia per l'industria siderurgica dell'UE.
Stefano Gennari