USA post-elezioni: cattive notizie per la vergella

giovedì, 06 novembre 2008 16:40:28 (GMT+3)   |  
       

I produttori statunitensi di vergella hanno dovuto aggiustare il tiro. Ancora una volta. E abbassare i prezzi rispetto alla scorsa settimana, anche nell’intento di attirare un sostanzioso volume di nuovi ordinativi, soprattutto per dicembre e gennaio: quasi certamente, se vorranno ricevere sufficienti ordini per tutto il resto dell’anno, le aziende dovranno tagliare ulteriormente i prezzi. Attualmente la maggior parte di offerte domestiche di vergella a basso tenore di carbonio si attestano tra i 904 e i 926 $/t franco fabbrica, con una perdita ingente – di ben 88 $/t – rispetto alla scorsa settimana. Numeri che sono destinati ad abbassarsi ancora sulla scia della continua diminuzione dei prezzi dell’import e dei tagli nei prezzi del rottame. Le offerte per l’import di vergella per rete elettrosaldata – provenienti principalmente da Cina e Turchia - sono pure crollate dalla scorsa settimana di circa 110 $/t, cosicché ora si attestano sui 595-617 $/t dazi pagati, consegna nei porti americani. Le offerte da parte di aziende straniere hanno subito un calo nelle ultime settimane ed i distributori fanno quello che possono per sopportare i disagi connessi al calo dei prezzi. Sembrerebbe comunque che mercato sia prossimo a toccare il fondo. Le aziende turche starebbero cercando di mantenere stabile il livello dei loro prezzi reclamando un aumento, seppur leggero, del costo del rottame. Aumento che non solo può essere considerato auspicato e auspicabile dal punto di vista delle aziende turche, ma che rappresenta altresì un segnale positivo della grinta dei produttori: stanno cercando di tenere duro e di mettere fine al crollo dei prezzi. Per quanto riguarda le aziende cinesi, alcuni traders hanno ricevuto notizia di problemi relativi alla vergella addizionata di boro proveniente dalla Cina: materiale troppo fragile, rotto o con involucri danneggiati oltre ad altri disagi occorsi nella fase di trasporto. Per ora, insomma, il mercato è ancora in declino e, nonostante sembri, come anticipato, che sia vicino a toccare il fondo, ci sarebbe ancora spazio sia per i prezzi interni che per quelli dell’import per scendere. Negli USA la vergella presenta meno problemi rispetto ad altri prodotti lunghi, come per esempio il tondo, in quanto l’industria domestica ha limitate capacità produttive, ed è un pregio in tempi in cui molte imprese sono costrette a tagliare o bloccare completamente la produzione in risposta alla fiacchezza della domanda. Si pensa che gli USA potrebbero vedere un aumento nell’importazione di vergella nei prossimi mesi. Tuttavia, i trader esitano nel prendere una posizione: la maggior parte delle offerte entranti ha già un acquirente, e sarebbe quanto meno improbabile veder stazionare nei porti carichi di vergella invenduti. Come che sia, il totale delle importazioni è in crescita, e questo non è certo un segnale positivo in una situazione di domanda debole. I dati sull’import diffusi dallo Steel Import Monitoring and Analysis System – SIMA – mostrano un significativo incremento nelle importazione di vergella a ottobre rispetto a settembre e in confronto a ottobre 2007. Secondo le statistiche stilate il 4 novembre, le importazioni totali di vergella ammontavano a 126.599 tonnellate a ottobre 2008, contro le 81.826 di settembre e le 69.791 di ottobre 2007. I principali paesi da cui gli USA hanno importato in ottobre sono la Cina – 57.607 tonnellate -, il Canada – 21.484 tonnellate -, il Brasile – 15.987 tonnellate -, la Turchia – 14.179 tonnellate – e il Giappone – 11.490 tonnellate -.

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