Si è tenuta nella mattinata odierna, 6 ottobre, la seconda giornata del Convegno Autunnale di Assofermet, che festeggia anche il 75° anno dalla sua fondazione. Per l’occasione si sono incontrati alcuni tra i principali stakeholder dei settori rappresentati dall’associazione, riuniti nella sede di Confcommercio a Roma.
«Assofermet è in forte crescita e stiamo proseguendo sul nostro cammino di potenziamento del nostro peso presso le istituzioni» ha dichiarato Riccardo Benso, Presidente di Assofermet, aprendo i lavori del 6 ottobre e sottolineando anche l’importanza di questo 75° anniversario non solo in termini numerici, ma anche perché arriva in seguito alla pandemia. I necessari periodi di distanziamento sociale hanno infatti minato profondamente tutte le associazioni, che vivono di momenti relazionali, fondamentali per la nascita di idee e progetti.
Gianclaudio Torlizzi, fondatore di T-Commodity, ha presentato una relazione sul quadro economico e geostrategico del momento, lanciando i primi spunti per la tavola rotonda. «La volatilità è un aspetto fondamentale nel contesto post-pandemico. Oggi le imprese si ritrovano a operare in un mercato completamente diverso rispetto a quello a cui eravamo abituati fino a pochi anni fa. Con la crescita della volatilità e l’aumento dei rendimenti dei titoli di stato di tutto il mondo assistiamo a nuove difficoltà per il mondo imprenditoriale. Creare strategie di lungo periodo diventa particolarmente complesso». Le politiche climatiche disincentivano, inoltre, le aziende petrolifere e minerarie a promuovere investimenti in capacità produttiva (nonostante i consumi rimangano molto alti), prediligendo investimenti nella sostenibilità.
«Credo che ci sarà una grande revisione del CBAM, dal momento che con l’attuale conformazione non ha ragione di rimanere tale e quale. Il rischio di deindustrializzazione verso Serbia e Turchia è forte». Il risultato finale sarà, secondo Torlizzi, la creazione di due mercati paralleli: un mercato di alta gamma con acciaio verde, risultato dalle politiche di sostenibilità, e un mercato di largo consumo, con acciaio al carbonio. Questo perché non ci sarebbero le condizioni per imporre lo standard green in maniera omogenea e distribuita in tutti i contesti.
Il convegno è poi proseguito con la tavola rotonda moderata da Stefano Gennari. Intervenuti Fabrizio Maronta, Responsabile delle relazioni internazionali di Limes, che ha portato una riflessione sul tema della deindustrializzazione, evidenziando come già da diversi anni nelle relazioni fra Stati Uniti e Cina sia percepibile la fine della globalizzazione per come la conosciamo; Davide Tabarelli, Presidente e Fondatore di NE – Nomisma Energia, che ha sottolineato che l’Italia è il Paese, insieme al Giappone, che maggiormente dipende dalle importazioni di energia: «Se è vero che il nucleare è necessario e fondamentale per la svolta sostenibile, è altrettanto vero che al momento siamo in una fase di tranquillità dal punto di vista dell’approvvigionamento di energia». Giovan Battista Landra ed Enrico Fornelli, rispettivamente Group Sustainability and Envi Director e Chief Commercial Officer di AFV Beltrame Group, hanno poi affrontato il tema della sostenibilità dal punto di vista delle aziende siderurgiche: per chi si occupa di acciaio, la decarbonizzazione è un impegno economico-finanziario, tecnologico fortemente condizionato dal contesto politico.
Presente al dibattito anche una rappresentante del mondo dell’alluminio, Roberta Maroni, Sales & Marketing EI South Europe di Hydro Aluminium Primary Metal, che è intervenuta osservando l’impegno anche di questa industria nella decarbonizzazione, evidenziando come il concetto di sostenibilità riguarda tutti, dalle istituzioni politiche ai giovani, dalle aziende agli imprenditori.