Presidente EUROMETAL: Ultima parte del 2019 complicata. Grande fiducia negli operatori italiani

lunedì, 25 novembre 2019 11:18:57 (GMT+3)   |   Brescia
       

«Sotto il profilo delle attività penso sia stato un anno buono, tuttavia quest'ultima parte del 2019 risulta molto complicata». Così Fernando Espada, presidente dell'associazione dei distributori siderurgici europei (EUROMETAL), ha sintetizzato la situazione nel settore della distribuzione del Vecchio Continente. Intervistato da SteelOrbis a margine del meeting di EUROMETAL nel Sud Europa, tenutosi a Milano lo scorso 21 novembre, Espada ha sottolineato che in Germania in particolare l'anno è stato più negativo che altrove, soprattutto a causa della debolezza del settore automotive. «Guardando però alle immatricolazioni nell'UE-28 - ha affermato - nei primi dieci mesi dell'anno il dato risulta in calo soltanto dell'1% circa rispetto allo stesso periodo del 2018. Penso quindi che la debolezza del settore abbia più a che fare con la gestione delle scorte lungo la catena di fornitura e con le esportazioni al di fuori dell'UE da parte della Germania». In altri paesi, come Francia e Spagna, l'auto non ha mostrato performance così negative. Ora, tuttavia, «in Spagna - dove dalle ultime elezioni è emerso un quadro ancor più caotico del precedente - l'incertezza politica sta avendo un impatto negativo sugli investimenti e sui processi decisionali». 

Parlando dell'Italia, il presidente di EUROMETAL ha commentato la crisi dell'Ilva definendo il siderurgico tarantino «un attore molto importante che ha sempre determinato i prezzi in Europa» e che «è sempre stato all'altezza delle circostanze in quanto a competitività di prezzo, riuscendo a offrire al tempo stesso un prodotto qualitativamente buono». E ha definito il mercato italiano, soprattutto per quanto riguarda il settore dei piani, come del più dinamico d'Europa. «Ospita i player più rapidi e reattivi, aperti a qualsiasi opzione - ha spiegato -. Ho sempre detto che i terremoti hanno il loro epicentro in Italia e che la loro onda espansiva arriva in Spagna per poi raggiungere la Germania passando per la Francia». Secondo Espada un'eventuale chiusura dell'Ilva sarebbe «una grandississima perdita». Tuttavia, ha aggiunto: «Sono certo che l'industria italiana sia preparata per reagire con celerità a ciò che sta accadendo». Il problema sarebbe più nel breve termine, perché «nel lungo periodo la capacità produttiva di Ilva potrebbe essere rimpiazzata dalle importazioni da altri paesi», ha continuato Espada, aggiungendo che «ancora una volta l'industria italiana darà prova di quanto è flessibile e rapida a reagire ai cambiamenti». 

Nel frattempo la crisi dell'Ilva ha già aiutato la risalita dei prezzi in Italia e in Europa, risalita dovuta in parte anche a fattori internazionali. Secondo Espada i prezzi tra settembre e gli inizi di novembre erano scesi a livelli troppo bassi, in buona parte «per colpa dei centri di servizio, che per lungo tempo non hanno comprato nell'attesa che i prezzi diminuissero ancora di più. Riconosco che siamo stati noi grandi centri servizi ad accelerare la discesa, in un modo che non vedevo da molti anni». 

Stefano Gennari


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