Gozzi (Federacciai): "Siderurgia italiana, la ripresa della crescita sembra consolidarsi"

martedì, 19 settembre 2017 15:19:58 (GMT+3)   |   Brescia
       

"La siderurgia italiana sta vivendo una fase di ripresa della crescita che sembra consolidarsi. Tale fase è certamente conseguenza della positiva congiuntura internazionale e del grande impegno dei nostri imprenditori, ma anche di alcune linee di indirizzo, di alcuni provvedimenti assunti dal Governo che vanno nella direzione giusta. I due più importanti ed emblematici: il Jobs Act e Industria 4.0, che hanno rilanciato le due variabili chiave di ogni economia: occupazione e investimenti/innovazione. Non bisogna gettare al vento questa fase di ripresa con una campagna elettorale piena di parole invece che di progetti e programmi; bisogna invece continuare con forza con provvedimenti giusti e fatti concreti come potrebbero essere seri provvedimenti a favore dell'occupazione giovanile e il rifinanziamento del 4.0". Queste le parole con cui il Presidente di Federacciai Antonio Gozzi ha concluso il suo intervento all'Assemblea annuale della Federazione, alla quale sono intervenuti Antonio Tajani, Presidente Parlamento Europeo, Maria Elena Boschi, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Vincenzo Boccia, Presidente Confindustria, Marco Fortis, Economista e Vice Presidente Fondazione Edison e Mauro Parolini, Assessore allo Sviluppo Economico Regione Lombardia.


Antonio Gozzi, Presidente di Federacciai

Di seguito, una sintesi dei punti cardine della relazione assembleare del Presidente Gozzi; l'ultima, dal momento che il suo terzo mandato scadrà a fine marzo 2018. 

Difesa dell'onore della siderurgia

"In questi anni ci siamo battuti - ha detto Gozzi - innanzittutto per difendere l'onore della siderurgia italiana, che è e resta la seconda siderurgia europea dopo quella tedesca, onore messo in discussione dall'estremismo anti-impresa e anti-industria. È stata una battaglia durissima che credo tuttavia ritengo abbiamo vinto dal momento che il settore è considerato e rispettato". 

Sostegno a una visione di politica economica di crescita

"Siamo stati convinti sostenitori di una visione di politica economica volta alla crescita e in particolare alla crescita della domanda interna. Un grande Paese industriale non può vivere di solo export per quanto importante sia stata e sia questa componente per l'economia italiana. C'è un grave ritardo nella realizzazione di infrastrutture sia materiali che immateriali, un ritardo che si sta accumulando e che, in prospettiva, rischia di compromettere seriamente la competitività generale del Paese. Ci siamo battuti e ci batteremo affinché a Bruxelles si facciano valere i nostri punti di vista come si è cominciato a fare in questi ultimi anni e perché, almeno con riferimento agli investimenti in infrastrutture materiali e immateriali, l’impostazione europea cambi e consenta a tutti i Paesi dell'Unione di modernizzarsi e di crescere, abbandonando un'austerità senz'anima e senza solidarietà".

Difesa del commercio internazionale equo

"Ci siamo profondamente impegnati per difendere a tutti i livelli le regole di un commercio internazionale non asimmetrico e giusto. Difendiamo il libero mercato e, ovviamente, siamo contrari ai protezionismi e alle barriere. Ma non possiamo, per questo, lasciare che il nostro settore (come qualsiasi altro) sia esposto a tutte le scorribande di chi le regole del mercato non le rispetta e usa tutti gli strumenti, compresi il dumping o sostegni di stato illegali, per affermare la sua posizione a discapito degli altri".

"Per quanto riguarda l'acciaio, e non solo, l'anno da cui veniamo ha mostrato nuovi, preoccupanti, elementi sul fronte delle regole del commercio internazionale. Gli USA minacciano di chiudere le frontiere alle importazioni di acciaio (circa 26 milioni di tonnellate all'anno) invocando ragioni di sicurezza nazionale. Di fronte a tutto ciò, la Commissione Europea, nonostante le sollecitazioni e le prese di posizione del Parlamento Europeo e di numerosi Stati membri, ha mostrato incertezze e ambiguità. Del tutto emblematica di queste ambiguità è la vicenda del Mes China, quando si è deciso di abbandonare un'impostazione semplice e chiara che definiva con precisione cosa debba intendersi per economia di mercato. 
Resta poi aperta la questione dell'Algeria. In palese violazione del trattato di libero scambio che lega quel Paese all'UE, nel corso del 2017, aggravando una situazione che si era già manifestata nel corso del 2016, le Autorità algerine, attraverso lo strumento delle licenze, hanno praticamente dimezzato le importazioni di tondo per cemento armato, creando un grave danno alle imprese italiane per le quali il mercato algerino era diventato, negli ultimi anni, fondamentale.
Resta aperta anche la questione dell'asimmetria di controlli tra l'UE e la Turchia, laddove questo Paese continua a chiedere l'allargamento dell'Unione doganale con l'UE senza fornire garanzia alcuna sull'efficacia e sulla correttezza dei controlli doganali ai suoi confini, con l'evidente rischio di aggiramento per le importazioni di prodotti siderurgici da Paesi colpiti dalle azioni antidumping europee".

"Il tema del commercio internazionale e degli strumenti di difesa resterà una delle grandi questioni degli anni a venire. Sarà un tema ingarbugliato e difficile, che richiederà all’Europa un approccio ben diverso da quello adottato fino a oggi".

I fattori produttivi fondamentali

"In tutti questi anni, il principio che ha ispirato la nostra azione è stato quello di assicurare alla siderurgia italiana un costo del Kwh comparabile a quello dei nostri concorrenti europei. All’inizio del millennio partivamo da una situazione drammatica, con un differenziale a sfavore della siderurgia italiana rispetto a quella tedesca, spagnola, francese oscillante tra il 25 e il 30%. Sono stati anni di lavoro intensissimo sul tema. Dobbiamo riconoscere che in questo lavoro quasi tutti i Governi della Repubblica che si sono succeduti sono stati interlocutori attenti e positivi di Federacciai nella ricerca dell'allineamento del prezzo dell'energia elettrica per i siderurgici italiani a quello dei nostri principali competitori europei".

"Oggi interrompibilità, art.39, Interconnector sono strumenti essenziali tramite i quali il costo dell'energia elettrica per la siderurgia italiana si è allineato alla media europea rispondendo perfettamente ai principi della tutela e della promozione del mercato e quindi alle politiche europee di convergenza".

A proposito dell'importanza dell'Interconnector: "Dopo un lavoro molto impegnativo anche sul fronte istituzionale e amministrativo, con diversi provvedimenti di legge, atti amministrativi del Governo, approvazioni europee, alla fine, meno di due mesi fa, siamo riusciti a concludere l’accordo tripartito Interconnector Italia (cioè noi), Terna e banche finanziatrici. Si tratta di un finanziamento dell'importo complessivo di oltre 461 milioni di euro, tra linea principale, linee per Iva e garanzie, sorretto da una equity di 160 milioni di euro già tutta versata prima dell’erogazione del finanziamento dalle 80 imprese energivore consorziate. E su questo fronte ci attendono nuove sfide in un futuro relativamente prossimo. Terna e il Governo italiano si stanno impegnando per l'avvio di un progetto congiunto Austria-Montenegro". 

Il rottame

"Siamo il Paese che ha il tasso di utilizzo del rottame più alto in Europa. Dopo molti anni di confusione, finalmente, anche in Italia, si è preso atto delle normative europee che definiscono il rottame end of waste o materia prima seconda e le cose si sono normalizzate. È necessario continuare l'opera di convincimento presso i nostri fornitori perché il settore si industrializzi sempre di più e la qualità del rottame fornito sia sempre più omogenea allo standard europeo. È nostro interesse rendere il mercato del rottame in Italia sempre più aperto, trasparente e competitivo". 

I contenziosi aperti

Sulla sanzione inflitta dall'AGCM a otto produttori italiani per un presunto cartello sul tondo per cemento armato: "Il fatto sconvolgente degli ultimi mesi è che l'Autorità Antitrust ha considerato la partecipazione delle imprese agli Osservatori dei prezzi del prodotto finito delle Camere di Commercio come una prova della costituzione di un cartello e ha pesantemente sanzionato le imprese stesse". 

"Ancora una volta si pone il problema delle Autorità indipendenti del nostro paese, spesso non dotate di tutte le conoscenze necessarie per svolgere bene il loro lavoro, spesso soggette a ideologismi, a pulsioni e a pregiudizi anti-industriali, spesso durissime con i privati e assai meno con la macchina dello Stato, spesso deboli con i forti e forti con i deboli". 

Le situazioni di crisi

Sul tema Ilva: "Conclusa la fase dell'asta competitiva, ci auguriamo che si proceda il più rapidamente possibile nell'interesse di tutti, ma in particolare di quello dei lavoratori dell'Ilva e di tutte le aziende dell'indotto affinché l'Ilva di Taranto, dopo cinque anni da quel terribile luglio 2012 e dal quel commissariamento che abbiamo sempre considerato e consideriamo un esproprio senza indennizzo, e una macchia giuridica sulla reputazione internazionale del Paese, possa ripartire e ritornare a essere uno degli stabilimenti siderurgici più importanti del mondo".

Sul tema Piombino: "Per molto tempo siamo stati soli a dire che la siderurgia non è un mestiere che si improvvisa e che programmi mastodontici come quello proposto dall'algerino Rebrab sarebbero stati difficilmente fattibili per siderurgici esperti, figuriamoci per quello che a tutti gli effetti è apparso come un principiante privo di credibilità. Non siamo stati ascoltati e qualcuno ci ha addirittura tacciato di disturbare i pubblici incanti solo perché sollevavamo dubbi sulla credibilità del personaggio e proponevamo una soluzione industriale basata sui soli laminatoi, allora sdegnosamente rifiutata. Come è andata è sotto gli occhi di tutti. Se non vi fossero 2000 posti di lavoro in ballo saremmo quasi tentati di fare una dura polemica, ma è molto più importante e pressante ricostruire sul nulla di questi anni. Il progetto deve essere realistico dal punto di vista siderurgico, articolato dal punto di vista economico e, infine, socialmente sostenibile. Bisogna al più presto procedere, come consentito dalle carte, alla risoluzione del contratto con Rebrab e passare a una nuova asta competitiva. Non è possibile consentire ad un inadempiente di speculare sulla sua posizione cercando un partner a cui chiedere più soldi di quelli che fino a oggi sono stati investiti dall'algerino a Piombino. Federacciai è a disposizione per un confronto serio su questi temi, con tutti gli interlocutori coinvolti, a condizione che si cessi con l'incredibile accusa che è stata la 'galassia del nord' a impedire che il progetto Rebrab prendesse la luce. 

"Di tutte le vicende di crisi, l'unica che finora si è chiusa senza la perdita di un solo posto di lavoro è quella di Stefana, sulla cui vicenda occorre a mio giudizio riflettere e imparare perché può essere un modello importante a cui ispirarsi". 


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