Il mercato siderurgico europeo si sta gradualmente rianimando dopo la pausa natalizia. Ciò vale anche per il settore dei piani, dove la situazione sotto il profilo dei prezzi è rimasta sostanzialmente invariata, sebbene diverse fonti abbiano riscontrato da parte dei produttori una minor propensione a concedere sconti, specialmente dopo aver chiuso il 2019 con risultati inferiori rispetto al 2018.
Sul mercato italiano i prezzi di transazione dei coils laminati a caldo (HRC) sono ancora compresi perlopiù tra i 420 e i 430 €/t franco produttore per le spedizioni di febbraio, anche se si stanno avvicinando sempre più a un livello di 430 €/t. Come riportato in precedenza, si prevedono aumenti dei prezzi dovuti ai tagli alla produzione, a costi delle materie prime sostenuti e agli elevati prezzi all'importazione. La domanda degli utilizzatori finali non ha ancora mostrato concreti segni di miglioramento, anche se diverse fonti confidano in un rafforzamento della richiesta da parte del settore automotive. Nel frattempo, la notizia che l'altoforno n. 2 dell'ex Ilva potrà restare operativo ha portato alcuni operatori a prevedere da un lato un allentamento dei timori legati all'offerta, dall'altro uno stop agli aumenti di prezzo sul versante dell'import. Le offerte dalla Turchia hanno raggiunto per gli HRC prezzi pari a 500-515 $/t FOB, ossia valori molto elevati per gli acquirenti italiani la cui idea di prezzo non supera i 500 $/t CFR.
Per quanto riguarda il mercato del Nord Europa, i prezzi degli HRC si attestano prevalentemente a 440 €/t franco produttore, contro il livello di 430-440 €/t registrato prima delle festività. Tuttavia, alcuni produttori hanno già alzato le proprie offerte ad almeno 460 €/t f.p. sulla base di un previsto miglioramento della domanda proveniente dai centri servizi.
Stefano Gennari