I prezzi dei coils laminati a caldo (HRC) sono diminuiti a livello europeo nelle ultime due settimane. Attualmente le quotazioni base in Italia si attestano a 390-400 €/t, mentre nel Nord Europa ammontano a 405-415 €/t, in entrambi i casi nel termine franco produttore. «Ci troviamo in una fase in cui il mercato è molto sottile» ha commentato il dirigente di un centro servizi, aggiungendo che il livello della domanda rispetto al periodo pre-COVID è oggi all'incirca al 60%. Tra i settori utilizzatori più in crisi ci sono l'automotive e la meccanica. Le fonti interpellate da SteelOrbis sono concordi nel ritenere che servano da parte dei governi e dell'UE misure di stimolo, un grosso piano di investimenti pubblici e sostegno al settore auto.
Tornando a parlare di prezzi, sembra che i livelli attuali non siano remunerativi, motivo per cui molti si aspettano un'interruzione della discesa o addirittura un rimbalzo. La previsione è supportata da una probabile ulteriore contrazione dei volumi di importazione, sia in vista dei risultati del riesame delle misure di salvaguardia sull'acciaio sia a fronte dell'apertura dell'indagine contro gli HRC turchi. Secondo gli ultimi dati diffusi da EUROFER, le importazioni di HRC turchi nell'UE sono già calate nel primo trimestre di quest'anno, passando dagli 1,073 milioni di tonnellate del primo trimestre 2019 a 530.000 tonnellate.
Ad oggi le offerte da paesi terzi si attestano a 375-380 €/t CFR Italia, tuttavia la domanda appare debole proprio a causa dell'incertezza data dalle indagini commerciali: le modifiche alla salvaguardia avranno effetto da luglio, ossia nel periodo di arrivo del materiale acquistato oggi. Diversi operatori temono inoltre che eventuali dazi sugli HRC dalla Turchia – quelli provvisori potrebbero essere istituiti entro metà dicembre – possano essere retroattivi.
Stefano Gennari