AM InvestCo e i commissari di Ilva in Amministrazione Straordinaria hanno firmato un accordo non vincolante che costituisce la base per portare avanti i negoziati su un nuovo piano industriale per il polo siderurgico con sede a Taranto, «comprese le discussioni su un sostanziale investimento azionario da parte di un'entità controllata dal governo». Lo ha annunciato ArcelorMittal in una nota nella quale si legge anche che «il nuovo piano industriale prevede investimenti in tecnologia verde, anche attraverso una nuova società finanziata da investitori pubblici e privati».
La notizia è stata confermata dai media locali attraverso fonti del Ministero dello Sviluppo Economico, dalle quali si è appreso che il Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli ha autorizzato i commissari dell'Ilva a firmare degli "Head of Agreement" con ArcelorMittal. Le stesse fonti hanno precisato che sono state così «gettate le basi per trovare un accordo più completo entro gennaio».
Il testo del memorandum ha soprattutto un significato politico, in quanto contiene principi generali che dovranno essere riempiti attraverso i prossimi negoziati negoziati. I nodi da sciogliere riguardano gli investimenti di ArcelorMittal, le modalità e l'entità dell'intervento dello Stato italiano, la decarbonizzazione del sito di Taranto, i volumi di produzione annuali e i licenziamenti. I negoziati proseguiranno fino al 31 gennaio.
Nel frattempo, l'udienza al Tribunale Milano sul ricorso presentato dai commissari dell'Ilva contro il recesso di ArcelorMittal dalla gestione del sito siderurgico è stata rinviata al 7 febbraio proprio per dare tempo allo svolgimento delle trattative. Secondo indiscrezioni, all'udienza di oggi 20 dicembre l'amministratore delegato di ArcelorMittal Italia, Lucia Morselli, avrebbe affermato che l'azienda «farà il possibile per portare avanti la produzione, anche se non potrà mantenere gli impegni sulla capacità produttiva, presi nella scorsa udienza, perché nel frattempo, lo scorso 10 dicembre, è arrivato il provvedimento del giudice di Taranto sullo stop all'altoforno 2».