Ex Ilva, ArcelorMittal si prende dieci giorni di tempo per il nuovo piano

martedì, 26 maggio 2020 10:41:55 (GMT+3)   |   Brescia
       

Il governo ha concesso altri dieci giorni ad ArcelorMittal per presentare il nuovo piano industriale per l'ex Ilva e, allo stesso, ha confermato l'intenzione di investire in modo «diretto e indiretto» nel colosso dell'acciaio. È quanto è emerso dal vertice di ieri tra governo, azienda e sindacati. Alla videoconferenza hanno partecipato il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, del Lavoro Nunzia Catalfo e dell'Economia Roberto Gualtieri, con l'ad di ArcelorMittal Italia Lucia Morselli e i sindacati dei metalmeccanici.

«ArcelorMittal vuole onorare fino in fondo gli impegni presi» lo scorso 4 marzo, «anche con le difficoltà causate dal COVID-19 – ha affermato Lucia Morselli, rispondendo ai ministri –. Stiamo lavorando al piano, ma la situazione cambia ogni 24 ore. Ci servono una decina di giorni». L'ad ha sottolineato che l'azienda a febbraio e fino al 10 marzo ha raddoppiato la produzione giornaliera rispetto allo scorso anno. «L'intenzione di Mittal di fare grande questa azienda resta la medesima anche adesso» ha rassicurato. Dal canto suo il governo si è detto disponibile a coinvestire con ArcelorMittal per un'Ilva «forte, che produca tanto e che sia leader di mercato, che abbia 10.700 occupati e che faccia investimenti significativi con intervento dello Stato», ha detto Gualtieri, definendo «ragionevole» la proroga di dieci giorni. Ma il timore dei sindacati, che hanno sempre chiesto il rispetto dell'accordo del 6 settembre 2018, è che quello di ArcelorMittal sia l'ennesimo bluff. «Mittal presenterà un piano industriale che non soddisferà il sindacato ma nemmeno il governo, e poi potrà lasciare l'Italia, scaricando la colpa sugli altri» ha commentato Mirco Rota della Fiom. «La realtà è completamente diversa rispetto a quella che ci viene rappresentata» ha tuonato il segretario generale della Uilm Rocco Palombella, aggiungendo che «se non mettiamo mano al piano industriale si rischiano forti tensioni sociali, che non siamo nelle condizioni di controllare». Per il sindacalista è «vero che c'è una contrazione del mercato, ma non tale da fermare gli impianti». Secondo l'ad Morselli l'ex Ilva tornerà a laminare non appena potrà spedire i prodotti, mentre ora «si possono fare solo le bramme» in quanto i clienti della meccanica «stanno attigendo ai propri magazzini». Ancora, Morselli ha affermato che a Taranto, nonostante una riduzione del fatturato pari al 60%, è stata «protetta l'area a caldo quando invece in tutta Europa si spegnevano gli altriforni». La produzione dell'ex Ilva al momento si attesta a 7.000 tonnellate di ghisa liquida al giorno, il minimo storico. 

L'accordo del 4 marzo prevede che ArcelorMittal possa lasciare lo stabilimento entro fine anno, pagando 500 milioni di euro, se non si arriva a firmare il nuovo contratto di investimento entro il 30 novembre. Il governo però punterebbe a incassare un miliardo

Stefano Gennari


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