Il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli ha convocato un tavolo sull'ex Ilva in videoconferenza per le ore 11:00 di lunedì 25 maggio. Un incontro tra governo, ArcelorMittal Italia e sindacati era stato chiesto dagli stessi sindacati dopo l'agitazione dei lavoratori del gruppo a causa della chiusura dell'area a freddo e dell'aumento del numero di lavoratori in cassa integrazione.
Nel frattempo, ArcelorMittal ha accolto le richieste dei coordinatori di fabbrica di Fim, Fiom e Uilm dicendosi disponibile «ad applicare le rotazioni a parità di mansione, ove possibile, non solo per i lavoratori che hanno ricevuto la lettera con la data di rientro, ma anche a coloro che hanno ricevuto la lettera con la dicitura "sino a differente comunicazione"». La rotazione del personale in cassa integrazione – che attualmente a Taranto interessa circa 3.200 unità – era una delle richieste avanzate dai sindacati all'azienda e sulla quale quest'ultima si era riservata una risposta. Le sigle metalmeccaniche hanno riferito che «per i reparti al momento fermi permane la condizione precedentemente comunicata».
Intanto, secondo diverse fonti di stampa l'obiettivo di ArcelorMittal è quello di lasciare l'Italia recedendo dal contratto di affitto e pagando quindi una penale. L'ad di ArcelorMittal Italia Lucia Morselli, infatti, non ha ancora presentato il piano industriale sul quale svolgere la nuova trattativa, come da intesa del 4 marzo scorso tra governo e azienda. L'atteggiamento del colosso franco-indiano lascia intuire che il suo obiettivo sia quello di andarsene al prezzo più basso possibile facendo leva sul fatto che un lungo tira e molla col governo sarebbe deleterio per gli impianti.