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Assofermet: il nostro settore dev’essere pronto ad adottare le misure necessarie in linea con i cambiamenti futuri

giovedì, 09 gennaio 2025 17:23:55 (GMT+3)   |   Istanbul

Il settore dell’acciaio nel 2024

Il 2024 è stato un anno di crisi strutturale per tutto il settore dell’acciaio, in Italia e non solo. In uno scenario internazionale di scarsa domanda da parte degli utilizzatori di acciaio, l’eccesso di capacità produttiva dell’industria siderurgica è stato ancora più evidente e ha avuto un impatto determinante su tutta la catena del valore. La crisi della manifattura europea ha avuto conseguenze decisive sull’intera filiera siderurgica: basti pensare che alcuni dei settori determinanti per l’utilizzo di acciaio, come l’automotive, l’elettrodomestico e l’edilizia, hanno registrato una crisi dei consumi con cali che in alcuni casi hanno superato il 50%.

L’anno appena trascorso, inoltre, ha sancito la fine del rimbalzo economico post-pandemico. Sappiamo tutti che alcuni eventi hanno determinato una crescita rilevante della domanda e della produzione dopo la pandemia di COVID-19. Tuttavia, questi effetti positivi si sono esauriti negli ultimi 12 mesi. Abbiamo vissuto e stiamo vivendo un periodo di forte contrazione, simile a quanto si stava già verificando nel periodo precedente al Covid.

Le previsioni di Assofermet per il 2025

La bassa domanda da parte degli utilizzatori di acciaio continuerà ad avere alcune ripercussioni anche nel 2025: le nostre previsioni, infatti, indicano un proseguimento della crisi in corso nel settore siderurgico. Considerando la diminuzione della domanda e i costi richiesti alle acciaierie per la decarbonizzazione, dobbiamo aspettarci una riduzione dell’offerta e un aumento dei prezzi a livello internazionale. Se a questo aggiungiamo gli effetti del CBAM e delle possibili politiche protezionistiche della nuova amministrazione Trump, è ancora più plausibile immaginarsi un aumento delle quotazioni. Sarà fondamentale trovare la capacità di reagire a livello europeo. Come Assofermet crediamo sia cruciale rimodulare le politiche di sostenibilità e di transizione energetica dell’Unione europea.

In ogni caso, è evidente che un ridimensionamento del nostro settore sarà inevitabile. Il mondo dell’acciaio dovrà essere pronto a intraprendere il percorso necessario per guidare il cambiamento verso questa direzione senza esserne sopraffatti. Questo non significa necessariamente riduzione dei volumi: piuttosto, può essere lo stimolo per trovare nuovi spazi, per spingere sull’aumento della produttività e accelerare sullo sviluppo dei prodotti ad alto valore aggiunto, magari alleggerendo il peso delle commodity che oggi noi tutti trattiamo e trasformiamo.


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