Assofermet, l’associazione nazionale del commercio e della trasformazione di acciai, metalli, rottami e ferramenta, accoglie con favore il Piano d’Azione dell’Unione Europea su Acciaio e Metalli, considerandolo un segnale importante verso la tutela delle industrie strategiche. Tuttavia, in una nota diffusa lo scorso 5 maggio, l’associazione critica la mancanza di concretezza e dettaglio del documento, ritenendolo insufficiente a risolvere la profonda crisi che attraversa la siderurgia europea, la cui causa principale è identificata nella drastica riduzione della domanda interna di acciaio.
Secondo Assofermet, infatti, il piano attuale si concentra eccessivamente sulla produzione, trascurando completamente la filiera a valle – composta da commercio, distribuzione, trasformazione e utilizzo finale dell’acciaio – che costituisce la parte più estesa e strategica dell’industria. L’intera manifattura europea, che dipende fortemente dall’impiego dell’acciaio, risulta oggi gravemente indebolita dalla delocalizzazione verso paesi terzi e dalla concorrenza estera, sia in termini di prezzo che di qualità.
La trasformazione del settore verso la decarbonizzazione viene riconosciuta come necessaria, ma deve essere accompagnata da misure efficaci e immediate, secondo l’associazione. Assofermet sottolinea che imprese della filiera, spesso PMI, sono state fondamentali per garantire l’approvvigionamento di acciaio durante le crisi post-Covid, supplendo alla carenza interna attraverso importazioni da paesi terzi.
Assofermet propone dunque una serie di misure economiche e fiscali per stimolare la domanda interna di acciaio e rafforzare l’intera catena di valore industriale, con l’obiettivo di evitare un ulteriore arretramento produttivo e occupazionale. Tra queste:
- Crediti d’imposta per la sostituzione di macchinari e attrezzature obsoleti con nuovi ad alto contenuto di acciaio.
- Finanziamenti a fondo perduto e a tasso agevolato per investimenti in impianti e attrezzature da parte delle PMI.
- Contributi in conto impianti, esercizio, interessi e capitale a sostegno delle attività delle imprese legate all’impiego dell’acciaio.
In aggiunta, Assofermet chiede:
- L’introduzione di agevolazioni fiscali mirate e una aliquota IVA ridotta per i prodotti con alto contenuto di acciaio prodotto in UE.
- L’inserimento di clausole nei bandi di gara pubblici che favoriscano l’utilizzo di acciaio di origine europea.
- L’estensione del CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism) anche a determinati prodotti finiti ad alto contenuto di acciaio.
- Misure protezionistiche per contrastare le importazioni da paesi terzi di beni “steel-intensive”.
Assofermet ritiene inoltre indispensabile attuare un piano triennale di emergenza economica volto a rilanciare la manifattura europea e stimolare in modo strutturale i consumi di acciaio, in linea con le indicazioni di utilizzo delle risorse del bilancio UE avanzate da Mario Draghi.
L’associazione individua una serie di settori prioritari da rilanciare per stimolare la domanda: automotive, trasporti, edilizia, infrastrutture, energia, metalmeccanica, elettrodomestici, industria chimica e alimentare.
Infine, Assofermet avverte che l’attuale debolezza della domanda interna, unita alla compressione dei margini nella distribuzione e alla sovracapacità produttiva, rischia di portare a un grave rallentamento della manifattura UE, alla trasformazione delle imprese in semplici importatrici e a una nuova ondata di delocalizzazione industriale.
Da qui l’appello urgente a politiche industriali coordinate, capaci di riattivare la domanda interna, rafforzare la competitività e aprire una nuova fase di espansione economica per tutta la filiera dell’acciaio europea.