Nel mese di aprile 2025, il mercato dei rottami ha mostrato un andamento fortemente negativo. Secondo quanto riporta Assofermet nella sua consueta nota mensile, l’inizio del mese era stato accompagnato da un cauto ottimismo, ma questo è stato rapidamente spazzato via, soprattutto nelle ultime due settimane, quando i prezzi sono crollati fino a 30-40 euro. Le acciaierie hanno limitato gli acquisti, prevedendo le chiusure legate ai numerosi ponti festivi, che hanno significativamente ridotto l’attività produttiva e commerciale.
Il comparto del rottame ferroso, secondo l’analisi di Assofermet, ha risentito del calo dei prezzi internazionali, in particolare in Turchia, e delle importazioni via mare da Paesi extra-UE, che hanno condizionato la domanda interna. Le acciaierie italiane, già alle prese con ordini deboli e margini ridotti, hanno continuato a operare a ritmi contenuti. Il rallentamento del mercato dell’acciaio ha così proseguito il trend già evidente nel mese precedente: «Il sentiment per il mese di maggio permane negativo» si legge nella nota.
Anche sul piano internazionale la situazione non è stata rosea: in Turchia, il prezzo del rottame ha subito una contrazione significativa, che però sembra essersi stabilizzata negli ultimissimi giorni del mese. In Europa si sono registrate riduzioni sia in Spagna che in Francia e negli Stati Uniti la pressione sulle vendite domestiche ha determinato cali simili. L’incertezza legata all’evoluzione dei dazi doganali rimane un fattore critico anche per le prospettive di maggio.
Secondo l’associazione, il mercato del rottame inox ha subito un forte impatto a causa del crollo del prezzo del nichel, che ha generato pressioni ribassiste generalizzate e una paralisi degli scambi. Le forti oscillazioni del cambio euro/dollaro hanno ulteriormente complicato le trattative internazionali. Anche il comparto delle leghe, inclusi gli acciai rapidi, ha registrato un ulteriore calo, confermando un contesto di domanda debole e grande incertezza.
Nonostante la disponibilità di ghise alternative e l’esaurimento delle quote russe, l’interesse per la ghisa è rimasto basso ad aprile, complice le lunghe festività e i prezzi bassi dei rottami, che penalizzano anche l’HBI. Assofermet ha segnalato che, a livello internazionale, la domanda è debole a causa del calo dei prezzi dei rottami e dei nuovi dazi su paesi come il Brasile. Le offerte russe sul mercato turco restano basse (330-350 $/t CFR), ma la domanda è scarsa, spingendo i produttori a includere altri prodotti per rallentare il calo dei prezzi. Negli Stati Uniti, l’impatto dei dazi è ancora incerto, ma si prevede un calo dei prezzi futuri di circa 10–20 $/t.
Anche la domanda di ghisa ematite delle fonderie è calata sensibilmente. Le produzioni sono ripartite a ritmi bassi e servirà tempo per capire se il rallentamento è temporaneo o segno di una crisi più profonda. L’incertezza globale e i dazi frenano nuovi progetti, mentre sul piano logistico non si sono registrati ritardi rilevanti grazie al basso volume di transazioni.
Le transazioni di ghisa sferoidale sono state anch’esse limitate a causa del basso livello degli ordini e delle lunghe pause festive. Le poche richieste di ghisa hanno coperto solo i bisogni immediati, con lievi rialzi dovuti alla scarsa disponibilità russa, ma su qualità non ottimali per le fonderie. Nonostante una buona offerta, i trader faticano a pianificare nuovi acquisti per via dell’incertezza del settore.
Infine, il mercato delle ferroleghe è rimasto pressoché stabile per quanto riguarda il ferrosilicio, mentre ha registrato leggere diminuzioni per le leghe al manganese. Un modesto rialzo ha invece interessato le due varianti del ferro-cromo.