La crisi dell'Ilva continua ad influenzare il mercato italiano dei coils. La minor disponibilità, il rialzo del rottame e il fatto che l'impianto tarantino non stia offrendo materiale hanno portato i prezzi base dei coils laminati a caldo (HRC) in un range di 390-400 €/t franco produttore, contro quello di 380-400 €/t registrato la scorsa settimana. Un altro produttore locale sta offrendo ora HRC a 410 €/t franco produttore, prezzo che tuttavia secondo le fonti interpellate deve ancora consolidarsi sul mercato. I prezzi dei coils laminati a freddo (CRC) e zincati a caldo (HDG) nel frattempo sono rimasti prevalentemente pari a 480-500 €/t f.p., tuttavia si stanno consolidando sempre di più attorno al limite superiore del range.
Come riportato in precedenza, il rischio di perturbazioni a livello di produzione sta dando modo ai fornitori stranieri di alzare le proprie offerte. Secondo quanto appreso da SteelOrbis, nell'ultima settimana la Turchia ha venduto fino a 60.000-70.000 tonnellate di HRC in Italia a un prezzo di 390-400 $/t CFR. Oggi le offerte si attestano a 405-415 €/t CFR. Nel frattempo il produttore indiano JSW è sul mercato con un prezzo di 415 €/t CFR, mentre l'acciaieria russa Severstal offre materiale a 405 €/t CFR (dazio incluso), un prezzo in rialzo di 10-15 €/t rispetto alla scorsa settimana. Infine, il produttore egiziano Ezz Steel è sul mercato con prezzi decisamente più alti, pari a 420-430 €/t CFR.
Per quanto riguarda il Nord Europa, i tagli alla produzione - l'ultima notizia è quella del fermo di un altoforno di ArcelorMittal Poland - stanno dando manforte ai prezzi. Gli HRC si attestano attualmente a 410-420 €/t franco produttore.
Stefano Gennari, Anna Voloshenko