Depresso, caratterizzato da una domanda estremamente debole. Con queste parole gli operatori interpellati da SteelOrbis hanno descritto il mercato italiano dei coils. La situazione appare negativa non solo a causa di attese diminuzioni di prezzo, ma anche, purtroppo, per la carenza di consumi, causata a sua volta in larga misura dalla mancata ripresa del settore automotive.
In queste circostanza, l'aumento di 20-30 €/t annunciato verso fine agosto da ArcelorMittal e altri produttori europei «non è stato nemmeno preso in considerazione», ha commentato un distributore. Ciononostante, i prezzi non sono calati in modo significativo nell'ultimo mese. Le quotazioni base dei coils laminati a caldo (HRC) in Italia si attestano a 440-445 €/t franco produttore, mentre quelle dei coils a freddo (CRC) e zincati a caldo (HDG) viaggiano tra i 515 e i 535 €/t f.p.
Sul versante dell'import si rileva una certa pressione a fronte di offerte per HRC indiani a circa 430-440 €/t CFR. Secondo quanto appreso da SteelOrbis, un importante trasformatore di acciaio ha ordinato un grosso lotto dall'India a un prezzo di circa 420 €/t CFR. Nel frattempo, le offerte dei produttori turchi si attestano tra i 425 e i 435 €/t CFR circa.
Tornando al mercato interno, le fonti interpellate non escludono ulteriori movimenti al ribasso vista la scarsa fiducia in una significativa ripresa degli ordini per il quarto trimestre dell'anno. Tuttavia, «molto dipenderà dall'andamento delle materie prime», ha precisato un operatore, il quale ha aggiunto di non aspettarsi in alcun modo rialzi dei prezzi dei coils ma «nella migliore delle ipotesi» un andamento laterale delle quotazioni.
Nel frattempo, nel Nord Europa - dove la situazione sotto il profilo dei consumi non è affatto migliore - i prezzi degli HRC si collocano tra i 460 e i 470 €/t franco produttore.
Stefano Gennari