Sostanziale stabilità dei prezzi e scarsità del materiale: questi i fattori che hanno caratterizzato nel mese di novembre il mercato nazionale di rottame secondo Assofermet. Nella sua ultima nota sul mercato delle materie prime per la siderurgia, l’associazione ha affermato: «Le fermate per le festività sono importanti e condizioneranno pertanto la domanda sul primo trimestre che appare al momento incerto. L’annuncio di aumenti dei prodotti finiti da parte delle acciaierie fa presagire una ripresa in parte sul primo trimestre, ma molto più probabilmente sul secondo trimestre 2023».
Per quanto riguarda il rottame ferroso internazionale, i prezzi nel mese di novembre sono stati soggetti a una riduzione delle quotazioni prima e a una risalita successiva. I prezzi turchi sono stati compressi nella prima parte di novembre, ma si sono poi alzati di 30/40 $ nella seconda parte.
In Europa, invece, dove la domanda è stata regolare, gli scostamenti di prezzo sono stati più limitati ad eccezione della Spagna. Permangono alcune difficoltà: «I tagli di produzione in ambito europeo continuano ad impattare sulla disponibilità dei rottami ed in particolare su quelli di qualità» ha dichiarato Assofermet. «Permane la difficoltà di reperimento navi di piccola stazza con ripercussione sui noli che continuano a salire. Il rafforzamento del dollaro sta nuovamente incidendo sui prezzi in euro».
Scarso anche il rottame inox, per il quale nel mese di novembre si sono registrati aumenti di prezzo e buon interesse, mentre per ora a dicembre i prezzi sarebbero perlopiù stabili.
A livello internazionale si può invece notare, secondo Assofermet, un ritardo dei mercati non europei all’allinearsi a quelle che sono le quotazioni italiane, con conseguenti volumi in export ridotti.
Stabile a novembre anche la ghisa d’affinazione, con buona domanda e disponibilità.
Anche per la ghisa ematite i prezzi a novembre e inizio dicembre risultano stabili, con rallentamenti nella domanda: «Gli acquisti effettuati confermano al momento ancora buoni piani di produzione, ma emerge una tendenza ad utilizzare le scorte di ghisa che nei mesi precedenti si erano costituite, piuttosto che procedere con nuovi ordini» ha affermato l’associazione nella nota diffusa. Resta presente il fattore costi energetici che nel periodo invernale porta maggiori cautele e impatta sulla scelta delle fermate produttive, soprattutto con l’avvicinarsi della fine dell’anno. «Si segnala qualche crepa nella regolarità della richiesta a valle che inciderà sulle gestioni produttive e permane la difficoltà del trasferimento a valle del prezzo maggiorato per effetto dei tanti aumenti legati senza dubbio all’energia ed alla materia prima, ma anche ai prezzi di molti altri prodotti consumabili».
In riduzione, invece, i prezzi della ghisa sferoidale e leggera risalita su base CIF per l’HBI.