«Acqua, Aria, Suolo: a Taranto investiremo oltre un miliardo nel piano ambientale più ambizioso di sempre». Con queste parole ArcelorMittal Italia ha pubblicato ieri 26 agosto sui propri account social un link al suo piano ambientale per l'ex Ilva di Taranto. Si tratta di una sorta di riepilogo di quanto la società ha già iniziato e dovrebbe continuare a fare fino al 2023.
Il colosso siderurgico ha elencato i "punti salienti" del suo piano quinquennale da 1,15 miliardi di euro, tra cui si annoverano 300 milioni per la copertura delle aree di stoccaggio materie prime, 128 milioni di euro per la chiusura dei nastri trasportatori ed edifici, 172 milioni per svariate misure di risanamento e 200 milioni per la riduzione delle polveri nelle batterie di forni da coke.
Intanto, oggi alle 17:30 si terrà al Ministero dello Sviluppo economico un vertice tra i tecnici del MiSE, i commissari dell'ex Ilva e i rappresentanti di ArcelorMittal proprio su piano ambientale e revisione dell'AIA. Ma, con tutta probabilità, si parlerà anche del futuro dello stabilimento. Il decreto legge "per la tutela del lavoro e per la risoluzione di crisi aziendali" firmato da Luigi Di Maio, che contiene un sistema di tutele legali "a scadenza" per ArcelorMittal vincolato al rispetto del piano ambientale, è stato esaminato dal consiglio dei ministri il 6 agosto ma il governo l'ha approvato "salvo intese". In altre parole, l'esecutivo si era riservato di modificarlo in un momento successivo, prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e dell'invio al Parlamento per la conversione in legge. Con la crisi di governo, il provvedimento è rimasto nel limbo. Si avvicina intanto la data del 6 settembre, giorno in cui un articolo del decreto Crescita farà cessare l'immunità concessa nel 2015 dal governo Renzi.