Mentre era in corso lo sciopero dei lavoratori del reparto produzione lamiere dell'ex Ilva, nella giornata di venerdì 4 settembre ArcelorMittal Italia ha comunicato ai sindacati il prolungamento, per altre nove settimane a partire dal 14 settembre, della cassa integrazione con causale Covid-19. Questa interessa tutti gli 8.147 lavoratori dello stabilimento di Taranto nonché 13 impiegati degli uffici di Milano di AM InvestCo. La procedura è in continuità con quella avviata il 3 agosto per sei settimane, che aveva sostituito la cassa integrazione ordinaria.
La decisione – che secondo l'azienda è dovuta al «perdurare della riduzione dell'attività lavorativa riconducibile alla situazione di emergenza epidemiologica» – sarà al centro di una consultazione con i sindacati che dovrebbe avvenire domani 8 settembre. Sindacati che continuano ad essere fortemente critici nei confronti sia di ArcelorMittal sia del governo, accusato di essere «complice del clima di incertezza in cui vivono i lavoratori e la città», hanno scritto Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm in una nota congiunta. Le sigle metalmeccaniche hanno aggiunto che i lavoratori sono «stanchi di subire tagli al personale», «la collocazione in cassa integrazione» e «l'assenza di programmazione delle manutenzioni».
«Abbiamo denunciato al Governo e agli enti ispettivi – hanno continuato Fim, Fiom e Uil – quanto sta accadendo all'interno della fabbrica ai lavoratori di ArcelorMittal e dell'appalto e per tali ragioni crediamo sia necessario un cambio di passo nella gestione della vertenza che include anche i lavoratori Ilva in A.S.. Una vertenza complessa che continua, tra omissis e riunioni in stanze chiuse con l'esclusione sistematica dei sindacati, a non dare risposte al territorio sul futuro ambientale e occupazionale».
Oggi a Taranto è in corso un altro sciopero di 24 ore presso il reparto laminatoio a freddo.