Eurofer ha espresso soddisfazione per la distensione delle tensioni commerciali tra Usa e Ue, definendo l'accordo tra le parti come «il primo importante passo avanti in favore di un'industria globale decarbonizzata».
«Accogliamo con favore l'annuncio dell'accordo che potrebbe essere il punto di partenza di un nuovo partenariato transatlantico per affrontare insieme le distorsioni del commercio globale e il cambiamento climatico», ha affermato Axel Eggert, direttore generale di Eurofer. «Una produzione di acciaio sovvenzionata dallo stato e una capacità costruita con tecnologie ad alta intensità di CO2 contribuiscono in modo significativo al cambiamento climatico – ha continuato –. L'industria siderurgica mondiale è responsabile di quasi il 10% delle emissioni globali dirette e indirette di CO2, mentre l'industria siderurgica dell'Ue, a minore intensità di CO2, rappresenta solo lo 0,5% circa. L'accordo tra gli Stati Uniti e l'Ue è quindi il primo importante impegno verso un'industria globale basata sul mercato e decarbonizzata».
L'associazione dei produttori siderurgici europei ha sottolineato che l'Ue «è già all'avanguardia nella politica climatica con un sistema cap and trade molto rigoroso che espone l'industria dell'Ue a costi del carbonio senza pari». Tuttavia, non ha mancato di ribadire quanto già espresso in passato, ossia che «il successo della decarbonizzazione del settore siderurgico richiede un quadro normativo di supporto, che includa condizioni di parità a livello globale. La cooperazione internazionale deve contribuire a questo obiettivo con misure concrete ed efficaci».
Per finire, Eggert, in merito alle misure che andranno a sostituire le attuali, ha affermato che «è importante per i produttori di acciaio dell'Ue che esportano negli Stati Uniti che le nuove disposizioni, introducendo un sistema di quote tariffarie (TRQ), tengano conto dei tradizionali livelli di esportazione dell'Ue in un quadro stabile, e che le esenzioni sui prodotti già in vigore per i produttori di acciaio dell'Ue vengano mantenute o rinnovate».
Stefano Gennari