Secondo quanto appreso da SteelOrbis, sul mercato italiano dei coils la situazione è rimasta pressoché invariata rispetto alla fine del 2016. I produttori europei sono ancora carichi di ordini, vi è scarsa reperibilità di materiale e le offerte da paesi terzi sono molto poche e caratterizzate da prezzi tutt'altro che competitivi. La domanda è in linea con quella registrata alla fine dell'anno scorso: complessivamente non brillante, benché più sostenuta in settori quali l'automotive.
Attualmente i valori richiesti vanno per i coils laminati a caldo (HRC) da un minimo di 530 €/t base partenza a un massimo di 570 €/t. Per i coils a freddo (CRC) si parla di prezzi tra i 650 e i 680 €/t b.p. Nel caso degli zincati a caldo (HDG), il range è compreso tra i 630 e i 670 €/t b.p.
Come già evidenziato in passato, i prezzi massimi sono appannaggio dei produttori del Nord Europa, mentre quelli italiani sono posizionati su valori più bassi.
La maggior parte delle fonti interpellate ritiene che la situazione rimarrà sostanzialmente invariata almeno fino alla fine del primo trimestre, grazie anche al fatto che le quotazioni del minerale di ferro continuano a mantenersi su livelli elevati nonostante le continue oscillazioni. Come riportato precedentemente, la spinta rialzista iniziata lo scorso settembre sembra aver perso vigore, ma si escludono inversioni di tendenza. Peraltro, i produttori, come nei mesi scorsi, non hanno alcuna intenzione di vendere a prezzi inferiori a quelli dichiarati.