Stock di prodotti finiti ancora elevati nelle acciaierie italiane. «Si ritiene doveroso essere cauti sulla ripresa in quanto tale disponibilità potrebbe incidere anche sul mese di settembre, rallentando l’eventuale ripartenza» ha dichiarato Assofermet nella consueta nota mensile sul mercato delle materie prima per la siderurgia.
Nella prima parte del mese di giugno, i prezzi sono scesi nuovamente, in parte controbilanciati da un fabbisogno abbastanza ridotto e da una disponibilità di rottame limitata. Secondo Assofermet, questa riduzione avrebbe consentito a numerosi impianti di raccolta, recupero e riciclo di limitare le vendite e incrementare le proprie scorte nella speranza di una ripresa del mercato, strategia che in qualche situazione ha indotto le acciaierie ad aumentare di circa 10-15 euro i prezzi nell’ultima parte del mese. «Questa leggera inversione di tendenza al momento non ha tuttavia avuto un reale impatto sulla ripresa dei volumi di acquisto alla fonte» ha commentato l’associazione.
A livello internazionale il mese appena concluso è stato caratterizzato da pochi scambi, frutto di scarsa domanda da parte degli utilizzatori, con variazioni di prezzo limitate, e una stabilità generale.
Sul mercato turco si è registrata, secondo l’analisi di Assofermet, una lieve risalita dei prezzi nella prima parte del mese e un’interruzione quasi totale delle transazioni nella seconda (a causa delle festività musulmane). Le variazioni di prezzo sarebbero da imputare, secondo l’associazione, a riallineamenti fra il livello del rottame domestico e quello di importazione. Le acciaierie di tutta Europa, inoltre, hanno continuato a ridurre le produzioni nella speranza di rispondere alla domanda reale con tempi di consegna rapidi.
Nel segmento del rottame inox giugno si è rivelato un mese con quantitativi ridotti e prezzi in leggera flessione. «Sul fronte internazionale la richiesta è stata buona e continua nel complesso ad esserlo, con quotazioni allineate al mercato» si legge nella nota di mercato. Tuttavia, i nuovi requisiti legislativi in merito alle esportazioni hanno raffreddato le trattative a causa dell’impossibilità di accettazione da parte dei consumatori finali delle tempistiche menzionate.