Assofermet: settembre riconferma le incertezze

martedì, 11 ottobre 2022 11:38:23 (GMT+3)   |   Brescia
       

Settembre riconferma le incertezze e le preoccupazioni dei mesi scorsi. Lo scrive Assofermet nella propria nota mensile sul mercato delle materie prime per la siderurgia. Per quanto riguarda il rottame ferroso nazionale, infatti, la riapertura delle aziende è stata condizionata da fermate di produzione e, di conseguenza, da una debole richiesta di rottame. I prezzi sono invece rimasti stabili e il consumo ha proseguito nel suo calo.

I provvedimenti a favore delle aziende energivore e il conseguente leggero rialzo dei prezzi, accompagnato da una buona richiesta di rottame a inizio ottobre, fanno sperare i commercianti. «Permangono molte incognite, in particolare il costo energetico e l’instabilità del quadro politico internazionale, che sicuramente impongono prudenza agli operatori e un cauto ottimismo» si legge nella nota di mercato. «Va da sé che, se le acciaierie riprenderanno a lavorare su tre turni, la disponibilità di rottame, attualmente buona, potrebbe rivelarsi non del tutto sufficiente a causa dei cali di produzione del manifatturiero dei precedenti mesi».

Nel contesto internazionale del rottame ferroso il mese di settembre è stato caratterizzato da un mercato in movimento in direzioni opposte, seppur restando in un range di prezzi ben definito e senza picchi, permettendo ai vari operatori di programmare le proprie attività.

Il mercato europeo ha registrato una maggior stabilità delle quotazioni nonostante una domanda debole e l’ultima settimana di settembre e i primi di ottobre mostrano segnali di risalita dei prezzi.

Passando al rottame inox, lo scarso interesse di materiale espresso dalle acciaierie ad inizio settembre si è protratto per tutto il mese. «I volumi d’acquisto sul mercato nazionale sono stati particolarmente limitati; anche a livello europeo si sono registrati acquisti al di sotto del 50% del totale normalmente acquistato nel mese di settembre» scrive Assofermet. «Tale comportamento ha portato a un'offerta di materiale europeo (soprattutto tedesco) molto importante verso i paesi Extra-Ue (in particolare l’India) ripercuotendosi in maniera negativa sulle quotazioni in acquisto».

Il mese di settembre ha registrato una domanda molto debole di ghisa d’affinazione da parte delle acciaierie, mentre le fonderie hanno fatto acquisti soprattutto in prospettiva di un consumo in ottobre e novembre.

Mercato regolare e prezzi stabili per la ghisa ematite, ma permane la grande preoccupazione per i costi energetici che continuano a condizionare le scelte produttive delle fonderie. Ripresa lenta, invece, per il mercato della ghisa sferoidale, che ha in seguito visto un’accelerazione, una domanda buona e a prezzi nel complesso stabili, nonostante la presenza sul mercato di prezzi inferiori per materiale di origine russa. Anche in questo caso, il problema energetico rende difficile e rischiosa ogni programmazione.

I prezzi per bricchette quotati da varie fonti continuano ad essere di poco interesse per il mercato italiano, mentre la discesa delle ferroleghe di massa sembra non fermarsi nonostante il caro energia, soprattutto a causa della domanda che risulta essere ancora debole e gli stock importanti. I primi di giorni del mese stanno dando segnali di un ritorno della domanda almeno per l’ultima parte dell’anno e, soprattutto, per gli accordi per l’anno 2023.


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