Secondo quanto appreso da SteelOrbis, il mercato italiano dei coils resta in tensione, con previsioni di ulteriori aumenti di prezzo per il mese di marzo. A valle la richiesta non è particolarmente vivace, attestandosi a livelli leggermente inferiori alla media registrata nel 2016. Fa eccezione lo zincato, la cui domanda resta trainata dal settore automotive. A monte le acciaierie mantengono un atteggiamento rigido rispetto ai prezzi di vendita, tendendo ad avvicinarsi ai livelli che si registrano nel centro-nord Europa. È notizia di ieri che l'Ilva è tornata a quotare dopo alcune settimane di riflessione proponendo prezzi pari a 550-560 €/t base partenza per i coils laminati a caldo (HRC), a 650-660 €/t b.p. per i coils a freddo (CRC) e a 680 €/t b.p. nel caso degli zincati a caldo, con consegna a maggio.
Si tratta di livelli ancora da consolidare: per il momento le quotazioni di HRC, CRC e HDG sul mercato domestico risultano rispettivamente pari a 535-550 €/t, 630-650 €/t e 640-660 €/t.
Come accennato, i produttori nazionali sono propensi ad alzare i prezzi portandoli vicini ai valori riscontrati nel nord Europa. Tuttavia, essi sono frenati dal fatto che aumenti eccessivi potrebbero lasciare spazio ad infiltrazioni di materiale dall'estero.
Fonti vicine a SteelOrbis hanno riferito che i produttori del Nord Europa offrono HRC a prezzi tra i 590 e i 600 €/t franco produttore, ma la maggior parte delle transazioni avviene ancora a prezzi attorno ai 560 €/t.
Nel frattempo, le offerte riguardanti HRC provenienti dall'India e dalla Turchia si attestano rispettivamente a 500-510 $/t e 510-515 $/t FOB.