L’associazione britannica di categoria UK Steel ha dichiarato che gli elevati prezzi dell’energia e la debolezza della domanda pesano sulla produzione siderurgica del paese, per cui chiede che il governo acceleri gli sforzi per aumentare la competitività del settore.
Nel febbraio di quest’anno, il governo britannico ha annunciato la realizzazione di piani d’azione atti ad alleggerire i costi dell’energia per i produttori siderurgici. Tali misure si concentreranno sulla riduzione delle imposte sulle fonti rinnovabili e sulla capacità elettrica, nonché sui costi della rete. Tuttavia, l’associazione ha fatto presente che i provvedimenti non saranno effettivi prima del 2025.
«Il governo deve sostenere l’acciaio britannico ora più che mai, poiché il complicato contesto della domanda non fa che essere peggiorato dagli elevati prezzi dell’energia. Le bollette elettriche per le aziende siderurgiche del Regno Unito sono superiori del 60% rispetto a quelle dei concorrenti tedeschi. Chiediamo al governo di rendere effettive le tanto auspicate misure sulla politica energetica entro aprile 2024», ha dichiarato Gareth Stace, direttore generale di UK Steel.
Secondo le statistiche ufficiali, nel 2022 la produzione di acciaio del Regno Unito è scesa al livello più basso (6 milioni di tonnellate) dai tempi della Grande Depressione, con un calo del 17% su base annua. Inoltre, le attività commerciali nel settore dell’acciaio si sono ridotte tanto nel Regno Unito quanto a livello globale, a causa dell’interruzione delle catene di approvvigionamento e della diminuzione della domanda. L’anno scorso, la domanda del Paese è scesa a 8,9 milioni di tonnellate, in calo del 15% su base annua, risultando solo leggermente superiore agli 8,6 milioni di tonnellate del 2020 durante la pandemia.