Le autorità ucraine hanno dichiarato che alle 02:50 del mattino del 6 giugno le truppe russe hanno fatto esplodere la diga della centrale idroelettrica di Nova Kakhovka, situata nel sud del paese, l’ultima e la più meridionale della serie di centrali idroelettriche, dighe e bacini idrici sul fiume Dnipro. Oltre ad aver causato gravi inondazioni in decine di città e villaggi e aver messo in pericolo migliaia di civili, il presunto attacco terroristico russo avrà per anni conseguenze ecologiche disastrose sull’Ucraina meridionale.
Il flusso d’acqua incontrollato proveniente da Nova Kakhovka sta danneggiando, oltre che il potenziale agricolo e la popolazione, anche le infrastrutture per la fornitura idrica delle località abitate nella zona, e potrebbe avere un impatto sulle operazioni industriali delle regioni colpite.
Le conseguenze dell’accaduto potrebbero non riguardare particolarmente l’industria siderurgica ucraina in difficoltà dal 24 febbraio 2022, poiché il fiume Dnipro non è stato sfruttato al massimo del suo potenziale per ragioni legate al conflitto in corso. Ad esempio, Metinvest Zaporizhstal, situata a Zaporizhzhia, che ospita anche una grande centrale idroelettrica e una diga proprio accanto a Nova Kakhovka, sta funzionando regolarmente. In realtà, preoccupa molto di più la situazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia, che utilizza le acque di Kakhovka per i suoi sistemi di raffreddamento.
Secondo quanto riportato, risulta integro anche l’impianto di Metinvest per la produzione di billette e lunghi, situato nella città di Kamianske nella regione di Dnipro.
Intanto gli addetti ai lavori riferiscono preoccupazioni riguardo alla sede di ArcelorMittal di Kryvyj Rih, un tempo fortemente legata alle riserve idriche di Kakhovka. Parte della città, infatti, è al momento senz’acqua, e l’impianto potrebbe risentirne.
Nell’ultimo comunicato stampa, ArcelorMittal Kryvyj Rih ha riferito di aver ridotto il consumo d’acqua e di aver interrotto alcuni processi di produzione metallurgica, tra cui quella dell’acciaio grezzo e le operazioni di laminazione. Continuano invece a funzionare gli altiforni e le batterie di coke. Probabilmente saranno necessari tre o quattro giorni di tempo per valutare la prospettiva di ritorno a una condizione normale: stando alle ultime notizie, il 6 giugno AMKR aveva affidato ai suoi dipendenti operazioni da svolgere da remoto a causa della mancanza d’acqua in alcuni degli edifici.