La Ministra dell’Economia dell’Ucraina ha preparato un documento da presentare all’Unione Europea per richiedere che le importazioni di ghisa e minerale di ferro dalla Russia vengano vietate. Tali prodotti erano stati esclusi nei precedenti pacchetti di sanzioni dall’Europa poiché si tratta di risorse fondamentali per l’industria siderurgica della regione.
Nel 2022, infatti, le importazioni di ghisa dalla Russia all’Unione Europea sono ammontate a 1,17 milioni di tonnellate, ossia oltre il 30% delle esportazioni totali di ghisa del paese. L’Italia è il maggior acquirente di tutta l’Unione, con 964.000 tonnellate importate dalla Russia nel 2022, e sebbene nel 2023 il volume sia sceso a 636.000 tonnellate, rimane una quantità considerevole. Inoltre, si sono verificate alcune violazioni delle attuali norme europee: secondo il documento e le informazioni di mercato pubblicati in precedenza da SteelOrbis, la ghisa proveniente dai territori ucraini occupati dalla Russia nel Donbass viene venduta in Italia utilizzando certificati di origine falsificati e una strategia di modifica delle vie di rifornimento: almeno tre carichi provenienti dalla Russia sono arrivati in Italia dopo aver sostato in India. Il documento, infatti, recita: «Sono indispensabili controlli accurati dei certificati di origine da parte delle autorità italiane per fermare le importazioni illegali di ghisa ucraina».
Le principali fonti per l’importazione di ghisa da parte dell’UE, esclusa la Russia, sono l’Ucraina e il Brasile. Nel 2022 il volume delle esportazioni di ghisa dal Brasile ha raggiunto il massimo storico di 3,7 milioni di tonnellate, e il paese potrebbe potenzialmente incrementare le spedizioni a 5 milioni all’anno. L’Ucraina potrebbe invece portare le proprie esportazioni di ghisa a circa 1,5 milioni di tonnellate all’anno (in aumento rispetto agli 1,3 milioni del 2022). Prima dell’invasione russa, i tre principali esportatori del paese totalizzavano 2 milioni di tonnellate. «L’Ucraina» attesta il documento «ha di fatto l’opportunità di soppiantare completamente la ghisa russa dal mercato europeo». L’India, al contrario, non viene inserita tra i potenziali fornitori a causa delle sue necessità elevate, della recente riduzione delle esportazioni e dell’emergenza legata alle importazioni di ghisa.
Questo documento è «rivolto innanzitutto alla Commissione europea e ai portatori d’interesse dell’Unione, ed è destinato alla preparazione dei pacchetti di sanzioni», ha commentato a SteelOrbis Sergiy Maydanevich, esponente del Ministero dell’Economia ucraino. «Questi prodotti in particolare dovranno essere inseriti nel dodicesimo pacchetto di sanzioni».
Per quanto riguarda il minerale di ferro, nel 2022 le esportazioni dalla Russia verso l’Unione Europea sono ammontate a 2,81 milioni di tonnellate, principalmente di pellet, su un totale delle esportazioni pari a 12,6 milioni di tonnellate. I principali esportatori di pellet sul mercato globale sono Brasile, Russia, Canada, Ucraina, Stati Uniti e la stessa UE. Prima dell’invasione, l’Ucraina esportava 15 milioni di tonnellate di pellet all’anno, che nel 2022 sono calate a 9 milioni e nel 2023 potrebbero aver subito un ulteriore calo, attestandosi a 7-8 milioni. I tre principali impianti del paese lavorano a ritmo ridotto, con un tasso di sfruttamento della capacità del 50%. Con la risoluzione dei problemi logistici e del superamento delle difficoltà nella fornitura di acqua ed energia, si potrebbe generare un aumento delle esportazioni di pellet di altri 7-8 milioni di tonnellate.