L’American Institute for International Steel (AIIS) ha dichiarato che i provvedimenti consigliati dal Dipartimento del Commercio statunitense (DOC) nell’ambito dell’indagine relativa alla Section 232 sarebbero eccessivi e non necessari e che, se entrassero in vigore, avrebbero un notevole impatto negativo sulla crescita economica degli Stati Uniti.
Secondo l’AIIS, le misure suggerite hanno lo scopo di "aumentare la produzione interna di acciaio” per raggiungere il livello "necessario per una redditività a lungo termine dell'industria”; tuttavia, questo settore è già il più protetto nel paese, e qualsiasi problema esista non è stato causato da acciaio prodotto altrove. Il rapporto sostiene che la chiusura di diverse acciaierie non sia stata causata dalle importazioni, bensì dalla obsolescenza e inefficienza delle aziende. Al contrario, l’amministratore delegato di uno dei più “giovani” produttori siderurgici del paese, Big River Steel, che affronta la stessa concorrenza rappresentata da società straniere preesistenti - ha dichiarato che “i produttori automobilistici stanno facendo la fila alle nostre porte”. Questo perché, a differenza di altri produttori, questo non si basa su una tecnologia vecchia di decenni.
L'AIIS ha avvertito che, se gli Stati Uniti decidessero di abbandonare i vecchi principi del libero scambio, sarebbe come “aprire il vaso di Pandora”, e altri paesi in nome della “sicurezza nazionale” proteggerebbero molti altri prodotti politicamente sensibili alla concorrenza delle esportazioni. Le conseguenti misure di ritorsione farebbero aumentare i costi di produzione, gonfierebbero i prezzi, ridurrebbero le esportazioni statunitensi ad alto valore aggiunto e spingerebbero gli USA e il mondo verso la recessione.
L'AIIS ha quindi esortato il presidente Trump a proteggere il paese dal danno che tariffe, quote e altre misure restrittive infliggerebbero, respingendo in toto tali misure.