In occasione dell'International steel trade day organizzato da STSG - Eurometal a Milano in data 4 aprile, Cesare Viganò, Direttore Generale di CLN, ha presentato lo "steel market outlook" per il 2013.
Con lo scoppio della crisi finanziaria, l'industria siderurgica globale ha iniziato ad attraversare un periodo difficile. La domanda ne ha risentito particolarmente nell'Eurozona, e soprattutto in Sud Europa, dove è stato più accentuato il calo della redditività lungo la filiera.
Secondo Viganò, i principali fattori critici a livello macroeconomico sono al momento l'incertezza politica (non solo in Italia), l'overcapacity (soprattutto nelle economie mature), la volatilità dei prezzi e i costi di produzione (che consentono il raggiungimento di risultati positivi solo a monte, restringendo i margini di acciaierie e distributori). Fusioni e acquisizioni, benché difficili da realizzare, possono essere una delle chiavi per l'incremento della redditività. In questa fase, sottolinea Viganò, porre l'accento su produttività ed efficienza restando da soli non è sufficiente e non consente di raggiungere risultati migliori in tempi rapidi.
Viganò si è poi focalizzato sul mercato italiano, facendo notare come il calo del consumo di acciaio riguardi principalmente il settore delle costruzioni e l'automotive. Sempre in Italia, nel gennaio del 2013 si è evidenziato un forte incremento delle importazioni di acciaio da paesi extra-UE quali CIS, Turchia, Cina, India e Corea: +45% su base annua, con un +85% per i prodotti piani e un +435% per i coils laminati a caldo, incrementi dovuti in buona parte all'impatto del caso Ilva di Taranto. Nonostante l'assenza dell'Ilva, ha fatto notare Viganò, per le consegne tra la fine del 2012 e gennaio-febbraio 2013, i prezzi delle acciaierie nazionali ed europee hanno evidenziato un trend al ribasso.
Riguardo ai centri servizi italiani, l'elevata concorrenzialità negli ultimi anni ha portato ad un cambiamento nel comportamento degli operatori, ponendo un forte accento su un modello di business speculativo.
Viganò ha concluso affermando che gli indicatori chiave di prestazione (KPI driver) dovranno essere l'EBITDA e il debito finanziario netto.