Bruxelles e Pechino costituiranno un gruppo di lavoro congiunto per monitorare le importazioni di acciaio, l'andamento dell'eccesso di capacità produttiva in Cina e gli eventuali provvedimenti che il governo cinese deciderà di prendere per risolvere il problema. Un'azione da parte di Pechino in questo senso potrebbe spianare la strada alla concessione dello status di economia di mercato (MES) a Pechino da parte di Bruxelles. È questa la principale novità proveniente dal summit UE-Cina conclusosi l'altro ieri a Pechino.
"La questione della sovraccapacità è un problema molto serio per l'Europa e per gli europei, perché ha già portato alla perdita di molti posti di lavoro" ha detto il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker al termine del business forum che si è tenuto a margine dell'incontro istituzionale nella capitale cinese tra il premier Li Keqiang e il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk. "Se si vuole davvero affrontare la situazione, ha rimarcato Junker, anche Pechino deve rispettare le regole di mercato".
Dell'attribuzione dello status di economia di mercato alla Cina la Commissione discuterà il prossimo 20 luglio. "Ci atterremo ai nostri obblighi internazionali", ha chiarito Juncker, "l'argomento però è difficile". Bruxelles sta finalizzando uno studio sull'impatto che l'eventuale riconoscimento potrebbe avere sull'economia comunitaria e dovrà tenere conto della posizione del Parlamento UE, contrario a ogni automatismo. Considerare quella cinese un'economia di mercato renderebbe infatti più difficile per l'UE difendersi dai prodotti esportati dalle imprese cinesi ad un prezzo molto pià basso di quello mercato, con conseguenze disastrose sulla competitività delle imprese europee, in particolare quelle siderurgiche. Si ricorda che, sulle importazioni di prodotti siderurgici dalla Cina, Bruxelles ha aperto nel corso dei primi 6 mesi del 2016 due indagini - una antidumping e una anti sovvenzioni - rispettivamente a febbraio e maggio scorsi.
La sovrapproduzione cinese è pari al doppio dell'intera produzione d'acciaio europea. Sebbene nel primo trimestre l'export comunitario sia aumentato del 28%, ha detto Juncker, nello stesso periodo i prezzi sono calati del 31%. Il presidente della Commissione UE ha quindi ricordato che serviranno "dolorosi aggiustamenti".