Nei primi tre mesi di quest'anno, secondo quanto comunicato dall'associazione degli esportatori turchi di acciaio (CIB), le esportazioni siderurgiche turche hanno fatto registrare una flessione del 5,1% rispetto allo stesso periodo del 2017, fermandosi a 4,9 milioni di tonnellate. Allo stesso tempo, il valore generato dalle medesime esportazioni è ammontato a 3,6 miliardi di dollari, dato in aumento del 21% su base annua. Nel primo trimestre di quest'anno le esportazioni di acciaio verso gli USA, uno dei più importanti mercati di esportazione per la siderurgia turca, sono crollate del 40%, a 371.000 tonnellate.
Il prodotto siderurgico maggiormente esportato dalla Turchia nei primi tre mesi è stato il tondo per cemento armato con 1,6 milioni di tonnellate, in calo del 15,7% rispetto allo stesso periodo del 2017. Altri principali prodotti d'esportazione sono stati gli acciai piani laminati a caldo (778.000 t), i tubi saldati (473.000 t), la vergella (422.000 t) e profilati vari (417.000 t).
Nel solo mese di marzo, le esportazioni turche di acciaio hanno fatto registrare una contrazione del 15%, scendendo a 1,7 milioni di tonnellate, mentre il valore delle stesse è ammontato a 1,3 miliardi di dollari, in crescita dell'11% (variazioni su base annua).
"Stiamo passando un anno difficile per l'industria siderurgica globale - ha dichiarato il presidente della CIB, Namik Ekinci -. Dopo l'adozione da parte degli Stati Uniti delle tariffe della Section 232, altri paesi hanno iniziato a rispondere con contromisure. L'industria siderurgica turca affronta ora il rischio di misure di salvaguardia da parte dell'UE, altro mercato chiave per la nostra industria. La Turchia dovrebbe essere esentata da ogni possibile misura di salvaguardia dell'UE perché fino ad ora ha rispettato l'accordo dell'Unione doganale. Inoltre - ha aggiunto Ekinci - dal momento che la Turchia fa parte di tale accordo, Turchia e Paesi dell'UE dovrebbero agire congiuntamente nell'affrontare le minacce provenienti da paesi terzi".