In un comunicato stampa, il sindacato United Steel Workers (USW) si è detto “profondamente deluso” dalla decisione dell’amministrazione Trump di non esentare il Canada dalle tariffe relative alla Section 232 su acciaio e alluminio.
“Tale decisione è inaccettabile e mette seriamente in discussione il progetto e la direzione della politica commerciale dell'amministrazione. La Section 232 si basa sull’interesse della sicurezza nazionale e della legge degli Stati Uniti. La nostra storia ci insegna che non esiste alleato e partner per la sicurezza nazionale migliore del Canada”, riporta il comunicato del sindacato.
“Finora, le politiche commerciali dell'amministrazione hanno portato confusione e deficit commerciali più elevati, senza alcun effetto positivo derivato dal cambiamento delle pratiche con i nostri partner commerciali. In definitiva, l'obiettivo non è una barriera tariffaria, ma un'America più forte. È ora che ci assicurino di essere sulla strada giusta”, ha affermato lo USW.
Nel frattempo, anche il sindacato canadese Unifor ha dichiarato tramite un comunicato stampa di sostenere pienamente la "rapida imposizione di misure ritorsive in risposta alle tariffe USA sulle esportazioni canadesi di acciaio e alluminio".
"Non bisogna commettere errori: questa è una vera guerra commerciale. Gli Stati Uniti hanno sistematicamente colpito le industrie del settore aerospaziale, del legno, della carta e ora dell'acciaio e dell'alluminio del Canada", ha affermato Jerry Dias, presidente nazionale di Unifor, nel comunicato stampa. “Unifor supporta l'azione intrapresa dal governo federale per combattere a favore dei lavoratori canadesi”.
Dias sostiene che “non avendo ottenuto ciò che desiderava nei negoziati del NAFTA, l’amministrazione Trump sta usando l’assurdo presupposto che le importazioni dal Canada costituiscono una minaccia alla sicurezza degli USA”.
Il Québec è uno dei fornitori principali di alluminio, mentre l’Ontario fornisce acciaio e automobili. Unifor rappresenta più di 40.000 lavoratori dell’industria automobilistica e 4.000 lavoratori del settore dell’alluminio, di cui 1.000 presso Rio Tinto nella British Columbia e i restanti 3.000 in Québec.