La crescita economica nell’Ue sta rallentando dal terzo trimestre del 2021 a causa dei continui fattori negativi, come gli alti costi dell’energia, l’inflazione elevata e i problemi nella catena di approvvigionamento. Lo ha dichiarato alla SteelOrbis Fall 2022 Conference & 87th IREPAS Meeting, a Monaco dal 9 all’11 ottobre, Alessandro Sciamarelli, Director Market Analysis & Economic Studies di EUROFER, associazione europea dei produttori di acciaio.
La guerra in Ucraina ha ulteriormente ridotto le prospettive di crescita del PIL per tutte le economie avanzate, ha spiegato Sciamarelli osservando che gli Stati Uniti sono tecnicamente entrati in recessione a partire dal secondo trimestre del 2022 e che l’Ue potrebbe seguirli negli ultimi due trimestri dell’anno. La Germania potrebbe entrarvi nel 2023, ma ci si aspetta che altre economie europee possano seguirla.
«C’è molta incertezza e diversi settori industriali sono colpiti dal caro energia» ha affermato Sciamarelli. «Tra i principali fattori che influenzano la recessione in Europa c’è l’inflazione all’interno delle singole economie, che sta raggiungendo un livello che non si vedeva dal 1985. A settembre l’inflazione energetica nell’area europea ha raggiunto il 41%, creando un enorme aggravio di costi per le industrie europee».
Tuttavia, sebbene i costi del gas naturale nell’Ue siano aumentati di 15-20 volte, EUROFER ritiene che l’inflazione non dovrebbe superare il 10%.
«L’attuale shock energetico è più grave dei precedenti shock petroliferi, ma l’impatto sulle economie occidentali, in particolare sull’Ue, potrebbe essere inferiore» ha aggiunto.
In termini di previsioni economiche per il futuro, anche se il consumo apparente di acciaio dovrebbe diminuire nel 2022 di circa il 2,5% e sebbene sia probabile un altro calo del consumo apparente nel 2023 (circa -2%), ci sono aspetti positivi da segnalare all’interno del mercato.
Per esempio, Sciamarelli ha affermato che i dati sottolineano che il settore delle costruzioni è stato il più resistente e continuerà a crescere nel 2023 (sebbene si preveda una crescita solo dello 0,7% il prossimo anno). Il settore automobilistico, invece, in calo dal 2019, dovrebbe crescere di oltre il 15% nel 2023.
«I prezzi elevati dell’energia, in particolare del gas naturale, dovrebbero rimanere almeno fino al primo trimestre del 2023» conclude Sciamarelli. «Le prospettive macroeconomiche stanno rapidamente peggiorando e, con un possibile scenario di stagflazione, l’inflazione nei paesi dell’Ue continuerà a rimanere intorno ai livelli attuali almeno fino al terzo trimestre del 2022. Una recessione tecnica nell’Ue è probabile nel terzo trimestre e nel quarto trimestre del 2022 e, anche se ci sarà un possibile miglioramento nel secondo trimestre del 2023, è soggetta a un’ampia incertezza a causa di diversi fattori imprevedibili, come i prezzi ancora elevati dell’energia e il possibile razionamento del gas naturale».