CBAM, importatori di acciaio e alluminio: “I rincari ai prezzi delle merci extra UE danneggeranno un intero comparto economico”

mercoledì, 20 settembre 2023 16:11:56 (GMT+3)   |   Brescia

Assofermet, l’Associazione di Categoria delle Aziende distributrici e commercianti di Acciaio e Metalli non ferrosi, ha denunciato le criticità del Meccanismo di Adeguamento del Carbonio alle Frontiere, in partenza il prossimo 1° ottobre: «Pieno sostegno agli obiettivi ambientali di riduzione delle emissioni, ma va posta maggiore attenzione alle conseguenze economiche».

A poche settimane dall’inizio del periodo transitorio del CBAM, Assofermet ha evidenziato i limiti del Meccanismo che potrebbe danneggiare fortemente un intero comparto economico, italiano e non solo. Il Meccanismo di Aggiustamento del Carbonio alle Frontiere è la misura promossa dall’Unione Europea per introdurre una sorta di nuovo “dazio doganale ambientale” che avrà l’obiettivo di scoraggiare l’importazione di prodotti ad alta intensità di carbonio e fra i vari beni a cui verrà applicato il Meccanismo rientrano acciaio e alluminio, due dei settori a cui afferisce l’attività associativa di Assofermet.

L’associazione ha stimato che l’applicazione definitiva del CBAM potrà portare a un aumento dei prezzi delle importazioni di acciaio di circa il 15%.

«Tralasciando solo per ora la scarsa chiarezza della normativa, aspetto che ci auguriamo venga quanto prima superato, uno dei punti maggiormente critici dell’attuale impostazione del CBAM è la sua esclusiva applicazione ad alcuni prodotti in acciaio e alluminio» ha affermato Assofermet, secondo cui, oltre alla preoccupazione per gli effetti inflattivi del provvedimento, il Meccanismo dovrebbe applicarsi erga omnes su tutta la filiera dell’acciaio e dell’alluminio per evitare distorsioni di mercato. «L’impostazione attuale danneggia prevalentemente gli utilizzatori finali, tra cui i produttori di beni e manufatti a valle della filiera: li espone a una competizione impari con gli importatori di prodotti finiti concorrenti, sui quali non ci sarebbe alcuna restrizione o tassazione relativamente alle emissioni di CO2 nel corso del loro processo produttivo» ha commentato l’associazione.

Assofermet auspica quindi che prima dell’inizio del periodo definitivo, il 1° gennaio 2026, la Commissione Europea possa modificare l’impostazione del Meccanismo per conciliare la transizione ambientale, giusta e necessaria, con le inevitabili conseguenze economiche che scaturiranno dalla messa a terra del Green Deal e del Fit For 55.


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