«La Direzione Aziendale ha confermato che la produzione per l'anno 2021 si attesterà sui 5 milioni di tonnellate e che nelle prossime ore, dopo la ripartenza dei giorni scorsi di ACC/1, è previsto l'avvio dell'altoforno n. 2». Lo hanno riferito Fim, Fiom, Uilm e Usb al termine dell'incontro tenutosi ieri 25 gennaio a Taranto tra ArcelorMittal e le organizzazioni sindacati in merito alla «necessità di avere informazioni più dettagliate su quanto previsto dal piano industriale quinquennale, a partire dalla produzione di acciaio prevista per il 2021 e delle ricadute occupazionali».
I sindacati si sono resi «disponibili ad un confronto sull'utilizzo dell'ammortizzatore sociale, che non può continuare ad essere la cassa integrazione con causale COVID-19, in quanto il piano industriale prevede un periodo di attuazione di 5 anni».
Sempre nel corso dell'incontro, Fim, Fiom, Uilm e Usb hanno «espresso la volontà di proseguire il confronto soltanto se sarà garantita un'integrazione salariale al reddito per i lavoratori in cassa integrazione e che la stessa trattativa coinvolga tutti i soggetti in campo, ovvero ArcelorMittal, Invitalia e Governo».
Infine, i sindacati considerano fondamentale avere delle certezze dal Governo in merito ai lavoratori di Ilva in AS che tutt'oggi, si legge a chiusura della nota, sono garantiti dalla clausola di salvaguardia occupazionale.