Con i nuovi accordi emersi oggi, 31 ottobre, si ritiene che il mercato import del rottame in Turchia abbia raggiunto il minimo.
Un produttore della regione di Iskenderun ha concluso un accordo per rottame origine USA a 363 $/t CFR per l’HMS I/II 80:20 e a 383 $/t CFR per le qualità superiori. Il prezzo supera di appena 1 $/t il prezzo di acquisto di ieri dagli Stati Uniti, perciò il riferimento di SteelOrbis per il rottame HMS I/II 80:20 proveniente dagli USA è ora compreso tra 362 e 363 $/t CFR, in calo di 1,5 $/t.
È stato venduto anche un carico di rottame dai Paesi Bassi alla regione turca del mar Nero, con l’HMS I/II 80:20 a 355 $/t CFR. Era previsto che i prezzi europei scendessero a questo livello. Alcuni hanno riferito che la precedente prenotazione dal Belgio era stata chiusa a una media di 363 $/t CFR, e ciò significava che il prezzo dell’HMS I/II 80:20 sarebbe sceso a 355 $/t.
Di conseguenza, SteelOrbis ha ridotto di 1 $/t l’estremità inferiore del range di prezzo del rottame HMS I/II 80:20 dal Baltico rispetto all’accordo precedente dell’inizio di questa settimana, portandolo a 359-360 $/t CFR.
La maggior parte delle fonti di mercato ritiene che la tendenza al ribasso dei prezzi del rottame deep sea sia giunta al termine con gli accordi sopra menzionati, alcuni dei quali confermano i prezzi precedenti. Alcuni operatori del mercato europeo del rottame riferiscono che il flusso verso il continente è debole, e nonostante la mancanza di domanda in UE, i prezzi rimangono stabili sul mercato locale. Come riportato oggi da SteelOrbis, gli acquirenti turchi di billette hanno insistito per abbassare i prezzi sulla base del calo del segmento dei rottami. Ultimamente le offerte di billette non sono state molto attrattive, perciò gli accordi sul mercato import della Turchia hanno riguardato solo volumi modesti. Sebbene siano stati annunciati aumenti da parte del produttore di tondo con sede a Iskenderun, le fonti di mercato ritengono che si stiano preparando per il termine esenzione fiscale per la regione che arriverà alla fine del 2024. Ai produttori turchi sudorientali, infatti, erano state concesse diverse esenzioni fiscali dopo i terremoti che hanno colpito la regione il 6 febbraio 2023.