Dopo un mese e mezzo circa caratterizzato da una forte domanda, la "fame" di rottame delle acciaierie turche sembra essersi placata. I prezzi della materia prima, che avevano cominciato a crescere a inizio febbraio parallelamente alla domanda, sono rimasti invariati questa settimana.
La scorsa settimana un compratore turco ha acquistato dell'HMS I/II 80:20 proveniente da oltreoceano a un prezzo di 380 $/t CFR, dopodiché le successive offerte hanno raggiunto i 383 $/t CFR, senza tuttavia ottenere l'approvazione da parte dei compratori della penisola anatolica. Questa settimana, le offerte relative a HMS I/II 80:20 proveniente dalla regione baltica si attestano a 375-380 $/t CFR Turchia.
Intanto, negli ultimi giorni ha fatto molto parlare la notizia della firma di un dazio del 25% sulle importazioni di acciaio negli USA da parte del presidente Trump. Paesi come il Messico, il Canada e l'Australia hanno ottenuto l'esenzione da ogni tariffa, mentre per la Turchia non si hanno notizie di sviluppi in tal senso. Secondo gli operatori turchi, qualora altri paesi dovessero essere esentati dal dazio del 25%, gli esportatori turchi, che già si dicono insoddisfatti delle loro vendite all'estero, andrebbero incontro ad ulteriori difficoltà. Il dazio USA, unito ai cali di prezzo che di recente sono stati registrati nel mercato siderurgico cinese, ha alimentato forti preoccupazioni sul mercato internazionale. Queste circostanza, insieme al forte indebolimento della lira turca rispetto all'euro e al dollaro, ha spinto i compratori di rottame a rimandare ogni acquisto.
Si prevede che nelle prossime settimane le acciaierie turche, che possiedono buone scorte di rottame alla luce degli acquisti effettuati nell'ultimo periodo, concentreranno i propri sforzi sull'incrementare le vendite di prodotti finiti.