Il "fattore Ilva" continua a determinare aumenti di prezzo sul mercato italiano dei coils laminati a caldo (HRC). La maggior parte degli operatori si aspetta ulteriori rialzi per via dei problemi legati all'offerta, benché la domanda non abbia ancora mostrato significativi miglioramenti. Le quotazioni in meno di una settimana sono passate da una media di 390-400 €/t a 400 €/t franco produttore, mentre i produttori stanno offrendo materiale per il mese di gennaio a un prezzo minimo di 410 €/t. A causa sia della crisi dell'Ilva sia della temporanea riduzione dell'output di coils da parte di Arvedi, i fornitori da paesi terzi stanno cercando di portare le loro offerte a un livello minimo di 420 €/t CFR Italia, contro i precedenti 405-415 €/t CFR. Questo vale in particolare per le acciaierie turche, che sul proprio mercato interno stanno beneficiando di un aumento della domanda e dei prezzi degli HRC, e hanno assistito inoltre nelle ultime settimane a un rafforzamento delle quotazioni del rottame. Le offerte turche si riferiscono in generale alle spedizioni di fine gennaio e febbraio.
Sono previsti rialzi anche nel Nord Europa, per via degli stessi fattori nonché di un miglioramento della domanda dovuto a una parziale ripresa delle attività di ristoccaggio. Secondo quanto appreso da SteelOrbis, i prezzi di transazione sono attualmente compresi tra un minimo di 410 €/t e un massimo di 425 €/t, contro i 410-420 €/t rilevati la scorsa settimana.
Stefano Gennari, Anna Voloshenko