Il clima è migliorato sul mercato turco dei coils laminati a caldo (HRC) a seguito degli scambi conclusi sia internamente sia all'export. Allo stesso tempo gli operatori locali hanno beneficiato della carenza di offerte di importazione e del buon andamento dei prezzi per l'import di rottame.
A partire dalla fine della scorsa settimana le acciaierie turche hanno chiuso vendite sul mercato interno verso la maggior parte dei compratori chiave. Fonti hanno riferito che i rilaminatori locali hanno ordinato almeno 10.000-15.000 tonnellate di HRC ciascuno a prezzi tra i 420 e i 435 $/t franco produttore, mentre alcuni grossi tubifici sono riusciti ad acquistare lotti da circa 30.000 tonnellate a 415 $/t franco produttore. In precedenza le acciaierie avevano chiesto un prezzo di 440-445 $/t e ci si aspettava che sarebbero state costrette a scendere al di sotto dei 420 $/t vista la carenza di vendite all'export. Tuttavia, la scarsa presenza dei produttori dei paesi CIS sul mercato import, l'assenza di offerte dall'Asia e l'aumento dei prezzi delle materie prime hanno giocato a favore delle acciaierie turche. «Tutti hanno avuto paura di rimanere senza materiale – ha commentato un trader –. MMK è fuori dal mercato, NLMMK offre volumi limitati, mentre Giappone, India e Corea del Sud non sono interessati a vendere nella nostra regione. Per questi motivi le acciaierie hanno ricevuto maggiori richieste». Attualmente i produttori turchi stanno di nuovo chiedendo un prezzo di 440 $/t franco produttore per le consegne di agosto/settembre.
Sono state registrate diverse trattative anche all'export, benché i volumi scambiati siano rimasti limitati. Secondo quanto appreso da SteelOrbis, 10.000-15.000 tonnellate di HRC sono state vendute in Spagna a circa 425 $/t FOB, mentre volumi simili sono stati venduti in Bulgaria a un prezzo di 5 $/t più alto. Potrebbero nascere alcune opportunità in Egitto, dove il settore manifatturiero ha ricevuto l'esenzione da una tassa aggiuntiva del 10% sull'import. Numerose richieste stanno arrivando dalla Cina, dove la Turchia offre materiale a 470-480 $/t CFR (o 430-435 $/t FOB). «I tassi di nolo sono cresciuti di 7-12 $/t per ogni destinazione – ha riferito un trader –. Oggi la Cina potrebbe ordinare a circa 450 $/t CFR, che per la Turchia equivarrebbe a quasi 410 $/t FOB. Un prezzo troppo basso». Nonostante i recenti miglioramenti, le fonti ritengono che l'attività all'export sia ancora insufficiente e che il rafforzamento dei prezzi sia dovuto più alla mancanza di competizione che a una maggiore domanda.