I prezzi dei coils laminati a caldo (HRC) sono rimasti forti a livello europeo. I produttori infatti nelle ultime settimane hanno continuato ad insistere su offerte più alte parlando di maggiori costi delle materie prime e bassi margini di profitto. La domanda, seppur in progressivo miglioramento dopo la fine delle misure anti-COVID, risulta ancora debole nel complesso, soprattutto perché distributori e centri servizi dispongono di scorte sufficienti rispetto ai bassi livelli di attività delle industrie consumatrici (automotive in primis). Ciononostante, i produttori sperano in un incremento degli scambi dopo la pausa estiva, ossia a partire da inizio settembre. Essi sono supportati dalla carenza di offerte da paesi terzi dopo l'entrata in vigore delle modifiche alla salvaguardia UE lo scorso 1° luglio. I compratori europei preferiscono infatti acquistare il materiale prodotto internamente, anche per via dei minori tempi di consegna. Inoltre, «l'offerta non è esagerata considerato che alcuni impianti non hanno ancora ripreso a produrre o l'hanno fatto parzialmente» ha commentato una fonte, sottolineando che un produttore italiano ha dato il via alla sostituzione del suo forno elettrico a metà luglio e che i lavori dovrebbero durare un mese.
I prezzi base degli HRC ammontano a 390-400 €/t sul mercato italiano e a 400-410 €/t nel Nord Europa, in entrambi i casi nel termine franco produttore. I prezzi sono rimasti stabili in entrambi i casi, tuttavia la maggior parte delle transazioni nell'Europa centro-settentrionale avviene tra i 405 e i 410 €/t. Ufficialmente i produttori offrono ancora a 400-420 €/t e a circa 440 €/t franco produttore, rispettivamente nel Sud e nel Nord Europa.
Stefano Gennari