A partire dalla scorsa settimana, gli esportatori asiatici di bramme hanno tagliato le offerte del materiale. Questa scelta ha portato ad alcune vendite, soprattutto verso l’Europa e l’America Latina, ma con la Turchia le vendite hanno avuto meno successo. Alcune fonti ritengono che il mercato non abbia ancora raggiunto il minimo, perché i prezzi delle bramme a febbraio erano troppo alti, e il recente calo è stato in linea con le aspettative.
La settimana scorsa, la principale acciaieria indonesiana, Dexin Steel, ha abbassato le offerte di 30 $/t a 560 $/t FOB. Sul mercato si è discusso di due trattative per un totale di 80.000-100.000 t a 550-555 $/t FOB destinate ai mercati europeo e latino-americano. Con il costo del trasporto pari a 40-50 $/t, il livello negoziabile diventa circa 590-600 $/t CFR Italia. Il materiale venduto è stato individuato nelle bramme destinate alla produzione di coils a caldo.
Il maggior importatore italiano ha acquistato anche un lotto di 50.000 t di bramme provenienti dal Vietnam a 550 $/t FOB, che significa 600 $/t CFR o poco meno. In questo caso il materiale acquistato è stato individuato nelle bramme destinate alla produzione di lamiere pesanti sottili, e l’accordo fa pensare che i fornitori dell’ASEAN abbiano subito pressioni per spingere le vendite. Hanno infatti tagliato i prezzi dalle offerte verso l’Europa registrate due settimane fa, che si attestavano tra i 635 e i 645 $/t CFR.
I clienti europei, intanto, stanno ancora aspettando un ulteriore calo dei prezzi delle bramme per lamiere sottili. Le offerte cinesi per questo tipo di prodotto si attestano a 610-615 $/t CFR Europa, ma le richieste sono principalmente tra i 600 e i 605 $/t CFR. «Per quanto riguarda i dazi [sulle esportazioni di semilavorati in Cina], poi, è tutto un pettegolezzo. La Cina, infatti, è ancora attiva nell’offerta di bramme, ma alcuni trader vogliono aggiungere una clausola nei contratti: se il dazio dovesse essere introdotto improvvisamente, il rischio sarebbe a carico dell’acquirente o suddiviso al 50%», ha dichiarato una fonte di mercato. Come riportato il 12 marzo da SteelOrbis, gli stessi trader cinesi vorrebbero introdurre una clausola simile nelle negoziazioni per le billette. Infine, le bramme malesiane sono disponibili a 620-625 $/t CFR Italia, mentre l’acciaieria russa non sanzionata continua a proporre stabilmente 620 $/t CFR, che però è fuori dal range di interesse degli acquirenti.
Nonostante il calo significativo dei prezzi dall’Asia, l’umore generale dalla Cina è negativo, e le fonti di mercato si aspettano che i trader vadano corti tagliando le offerte a 565-585 $/t CFR per le prossime vendite all’Europa. La situazione, comunque, dipenderà dalla disponibilità del materiale.
L’attività in Turchia non è migliorata, perché le discese dei prezzi non sono state sufficienti per gli importatori. Le ultime offerte per le bramme asiatiche (a eccezione della Malesia, che non è soggetta a dazi) sono state segnalate a 560 $/t CFR, ma per i venditori della regione dell’ASEAN è più conveniente trattare con l’Europa. È stata segnalata un’offerta dal venditore russo non sanzionato a 580 $/t CFR, mentre le indicazioni per le bramme sanzionate, sempre in Russia, si attestano a 520-540 $/t CFR. La Turchia ha concluso l’ultimo accordo per le bramme con l’acciaieria russa sanzionata a 525 $/t CFR Turchia circa 7-10 giorni fa, in calo di 15 $/t rispetto al livello negoziabile della fine di febbraio.
Come riportato in precedenza da SteelOrbis, pare inoltre che sia stato venduto un carico di bramme dall’Iran a 480 $/t FOB, contro un precedente accordo di 471 $/t FOB. Il carico è probabilmente destinato al mercato asiatico, e il livello si traduce in 515-520 $/t CFR Sudest asiatico.