Secondo quanto riferito dagli operatori di mercato a SteelOrbis la scorsa settimana, nel mercato statunitense, i prezzi del tondo e della vergella d’importazione si sono mantenuti per lo più stabili o in leggero aumento. Gli importatori, alle prese con costi di consegna più elevati a causa dell’applicazione dei dazi della Sezione 232, stanno trovando pochi acquirenti disposti ad accettare le nuove offerte di prezzo, nonostante i valori del mercato domestico continuino a registrare una tendenza stabile o leggermente rialzista.
Secondo le fonti, il raddoppio dei dazi sull’acciaio, saliti dal 25% al 50% a partire dal 4 giugno, potrebbe far aumentare i prezzi di consegna del materiale importato di circa 6,00-7,00 $/cwt, rendendo molti prodotti non più competitivi rispetto all’offerta nazionale. A meno che i carichi già in transito non vengano venduti a prezzi fortemente scontati, il rialzo dei prezzi d’importazione potrebbe offrire ai produttori nazionali maggiore margine per ulteriori aumenti, lasciando agli importatori solo spazi limitati per concludere qualche vendita.
«Per quanto riguarda il tondo d’importazione, abbiamo sentito offerte a 42,60 $/cwt (852 $/nt o 939 $/t) per consegna via chiatta e un’altra a 41,95 $/cwt (839 $/nt o 925 $/t) con arrivo a settembre, ma non c’è stata molta risposta dal mercato e non risultano nuove vendite concluse», ha riferito un operatore del segmento.
Dalla settimana dell’annuncio dei nuovi dazi al 50%, i dati SteelOrbis indicano che i prezzi del tondo domestico sono aumentati del 6,6%, attestandosi in media a 40,50 $/cwt (810 $/nt o 893 $/t), mentre i prezzi del tondo d’importazione sono saliti in media del 16,9%, raggiungendo i 41,50 $/cwt (830 $/nt o 915 $/t). Per la vergella, i prezzi, sia domestici che d’importazione, sono rimasti più stabili, con un incremento medio del 2,2%, fino a 46,00 $/cwt (920 $/nt o 1.014 $/t).
«I prezzi internazionali dei lunghi non si sono mossi molto, ma i dazi sono aumentati», ha commentato un altro importatore del comparto lunghi. «Le offerte attualmente sono poche, perché con dazi al 50% il materiale importato non è competitivo. Tuttavia, se a luglio il mercato del rottame si manterrà stabile o rialzista, potremmo avere un po’ più di margine sul lato import».
Secondo le fonti, dopo un insediamento laterale del rottame tra maggio e giugno, le aspettative per luglio sono orientate a una stabilità o a un lieve rialzo, spinte da una domanda interna relativamente costante da parte delle acciaierie per il terzo trimestre e da possibili aumenti della domanda export.
Sulla costa del Golfo, a fronte di scorte ancora elevate, le offerte per il tondo d’importazione su base camion carico nell’area di Houston si attestano tra 41,00 e 42,00 $/cwt, con una media di 41,50 $/cwt, in linea con la settimana precedente, ma in aumento rispetto ai 35,00-36,00 $/cwt (media 35,50 $/cwt) di due settimane fa. Le scorte di tondo proveniente dal Messico e stoccate in Texas sono offerte a livelli più alti, pari a 40,00-42,00 $/cwt, contro i 39,50-40,00 $/cwt della settimana scorsa, anche se gli scambi rimangono contenuti.
«Le offerte d’importazione si sono stabilizzate su livelli più elevati grazie ai dazi e alla scarsità di nuove proposte», ha dichiarato un operatore messicano del comparto lunghi a SteelOrbis.
Nel segmento della vergella d’importazione, i prezzi sono aumentati questa settimana, sebbene l’attività commerciale rimanga scarsa, a causa della forte concorrenza dei fornitori domestici. La maggior parte delle transazioni è stata segnalata nella fascia 45,50-46,50 $/cwt (910-930 $/nt o 1.003-1.025 $/t), contro i 45,00 $/cwt (900 $/nt o 992 $/t) della settimana precedente.
Secondo le fonti, il recente aumento di 40 $/t annunciato dal produttore domestico Nucor dovrebbe sostenere le quotazioni della vergella nel breve termine, con una buona probabilità che venga pienamente recepito dal mercato, anche in considerazione del fatto che i prezzi d’importazione sulla costa del Golfo si stanno avvicinando alla parità con quelli nazionali. Inoltre, persistono incertezze sulla continuità produttiva dell’impianto della Liberty Steel a Peoria (Illinois), dove permangono «alcuni problemi operativi», secondo quanto riferito nuovamente dagli operatori a SteelOrbis.