US Steel ha annunciato questa settimana che investirà oltre 1 miliardo di dollari per costruire un nuovo impianto di colata continua e un impianto di laminazione presso il proprio Edgar Thomson Plant a Braddock, in Pennsylvania, e per un impianto di cogenerazione presso il suo Clairton Plant a Clairton, Pennsylvania, entrambi facenti parte di Mon Valley Works. La tecnologia degli impianti di colata e laminazione combina la produzione di bramme sottili e di nastri laminati a caldo in un unico processo continuo e renderà Mon Valley Works il primo impianto di questo tipo negli Stati Uniti.
In un comunicato stampa, la società ha affermato che l'installazione di tecnologie di colata e laminazione "senza fine" ("endless") migliorerà la qualità e le caratteristiche dei suoi prodotti a valle per i clienti nei settori degli elettrodomestici, delle costruzioni e altri settori industriali. Con questo investimento, Mon Valley Works diventerà la principale fonte di substrato per la produzione di acciai avanzati ad alta resistenza XG3 (XG3 Advanced High Strength Steel, AHSS) per i clienti del settore automobilistico che devono soddisfare gli standard di efficienza del carburante. La produzione del primo coil è prevista per il 2022, seppur subordinata all'ottenimento dei necessari permessi.
Il nuovo impianto di colata e di laminazione "endless" sostituirà le tradizionali macchine di colata bramme e gli impianti di laminazione a caldo presenti presso Mon Valley Works. Nell'ambito del progetto, US Steel includerà anche la costruzione di un nuovo impianto di cogenerazione, dotato di sistemi di controllo delle emissioni all'avanguardia presso il suo stabilimento di Clairton, per convertire una parte del gas di cokeria generato nel suo impianto in energia elettrica per alimentare gli impianti di produzione dell'acciaio e di finitura in tutte le operazioni di Mon Valley Works.
Sulla base degli attuali dati di progettazione e ingegneria che accompagnano le richieste di permessi per la qualità dell'aria di US Steel, la società prevede che il progetto comporterà "miglioramenti significativi delle emissioni rispetto alle strutture esistenti da sostituire", comprese riduzioni delle emissioni di particolato (PM) pari a circa il 60%, PM10 e PM2,5 pari a circa il 35%, di diossido di zolfo per circa il 50% e di ossidi di azoto dper circa l'80%.