L’associazione britannica di categoria UK Steel ha lanciato un appello al governo del Regno Unito affinché prenda provvedimenti per salvaguardare l’offerta di rottame, poiché l’industria siderurgica ne avrà bisogno tre volte tanto per raggiungere il proprio obiettivo di emissioni zero. Si stima che per gli sforzi di decarbonizzazione la domanda mondiale di rottame aumenterà del 30% entro il 2030 e di più del 60% entro il 2050. 43 paesi hanno già introdotto alcune restrizioni sulle importazioni, e l’Unione Europea le introdurrà per i paesi che non fanno parte dell’OCSE a partire dal 2027, a meno che non dimostrino di aver utilizzato pratiche sostenibili.
Secondo un report pubblicato dall’associazione, il Regno Unito genera ogni anno più di 10 milioni di tonnellate di rottame, e tuttavia ne esporta l’80%. Più della metà del rottame esportato dal Regno Unito è destinato a paesi che non fanno parte dell’OCSE. UK Steel chiede con urgenza che il governo crei le condizioni necessarie affinché questa importante materia prima rimanga all’interno del paese.
L’esportazione di rottame ha anche un impatto ambientale: UK Steel stima infatti che le esportazioni di rottame del paese e le conseguenti re-importazioni di acciaio provochino emissioni di carbonio superiori di 1,5 milioni di tonnellate all’anno rispetto alla lavorazione del rottame all’interno del Regno Unito.
«L’industria siderurgica britannica non utilizzerà tutto il rottame prodotto internamente e una parte di esso verrà giustamente esportata, ma bisogna trovare il giusto equilibrio», ha commentato il direttore generale di UK Steel, Gareth Stace. «Esportare grossi volumi di questo prezioso materiale è utile solo ad aumentare l’impronta carbonica».