L'India, il secondo principale produttore di acciaio al mondo, nell'anno finanziario 2019/20 ha registrato una crescita del PIL del 4,2%. Nel terzo trimestre dell'anno finanziario corrente, il paese si aspetta un aumento temporaneo della spesa dei consumatori per via dei mesi festivi. Lo ha affermato Sushim Banerjee, ex direttore generale dell'Istituto indiano per lo sviluppo e la crescita dell'acciaio (INSDAG), durante la quindicesima conferenza annuale "New Horizons in Global Steel Markets" di SteelOrbis.
Banerjee ha sottolineato che con un consumo pro capite pari a 74 kg di acciaio (un indicatore della crescita dell'industria siderurgica di un paese) l'India sta dietro a Cina, Giappone, Stati Uniti, Corea del Sud, Russia e persino alla media mondiale. Tuttavia, l'urbanizzazione sta aiutando l'industria siderurgica indiana a crescere. Secondo i dati condivisi da Banerjee, la produzione indiana di acciaio grezzo nel periodo aprile-ottobre di quest'anno è ammontata a 52,8 milioni di tonnellate, mentre il suo consumo apparente di acciaio è stato di 44,7 milioni di tonnellate. Nel periodo gennaio-ottobre il consumo apparente è invece ammontato a 68 milioni di tonnellate.
Per quanto riguarda le previsioni sulla domanda di acciaio, il funzionario dell'INSDAG ha affermato che l'India, nell'anno finanziario 2020/21, consumerà 85 milioni di tonnellate di acciaio, portando il PIL a crescere dell'8,8%, mentre nell'anno 2030/31 il paese consumerà circa 180 milioni di tonnellate di acciaio. Una previsione così ottimistica per la domanda di acciaio è dovuta a fattori quali la numerosità e la giovane età della popolazione, l'urbanizzazione, la crescita della classe media, il miglioramento delle condizioni per gli investimenti in infrastrutture, le riforme finanziarie e il miglioramento della qualità degli asset. Banerjee ha specificato che il settore edile e quello delle infrastrutture rappresentano il 68% del consumo di acciaio.